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Trump prende di mira Gustavo Petro
di
Armando Lo Giudice
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato domenica la sospensione immediata di tutti gli aiuti finanziari e i sussidi alla Colombia, accusando il presidente Gustavo Petro di incoraggiare la produzione di droga su larga scala, un'accusa ampiamente respinta a Bogotà come un tentativo politicamente intenzionale di punire Petro per la sua politica estera indipendente e le sue critiche alla guerra di Israele contro Gaza.
"Il presidente colombiano Gustavo Petro è un leader del narcotraffico illegale che incoraggia fortemente la produzione massiccia di droga... È diventata di gran lunga il più grande business in Colombia, e Petro non fa nulla per fermarlo, nonostante i pagamenti e i sussidi su larga scala dagli Stati Uniti che non sono altro che una truffa a lungo termine nei confronti dell'America. DA OGGI, QUESTI PAGAMENTI, O QUALSIASI ALTRA FORMA DI PAGAMENTO O SUSSIDI, NON SARANNO PIÙ EFFETTUATI ALLA COLOMBIA", ha scritto Trump su Truth Social.
L'annuncio segna un netto rallentamento nelle relazioni tra Stati Uniti e Colombia, e arriva solo poche settimane dopo che Bogotà ha minacciato di intraprendere un'azione legale contro Washington per un attacco militare statunitense che ha colpito un peschereccio colombiano nelle sue acque territoriali.
Funzionari colombiani e osservatori regionali hanno definito le accuse di Trump come una ritorsione per la sfida di Petro alle politiche statunitensi. Petro è stato tra i leader globali più espliciti nel condannare il genocidio in corso a Gaza, rompendo i rapporti diplomatici con Israele nel 2024, sospendendo gli acquisti di armi e sollecitando le Nazioni Unite a ritenere Tel Aviv responsabile dei crimini di guerra.
Durante il suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il mese scorso, Petro ha chiamato direttamente in causa Benjamin Netanyahu, sollecitando la creazione di una coalizione internazionale per fermare il massacro dei palestinesi. Le sue dichiarazioni, che hanno suscitato applausi in tutto il Sud del mondo, hanno portato alla revoca del suo visto statunitense dopo che si è unito a una manifestazione pro-Palestina a New York e ha invitato i soldati USA a "disobbedire agli ordini di Trump".
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