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Genesi dell'odio opposta a quella propagandata dell'alto
di Giuseppe Franco Arguto
Quando una deputata parla di “centri sociali che soffiano sull’odio”, sta cercando di invertire la realtà.
L’odio non nasce da chi manifesta per la libertà di un popolo sotto occupazione, ma da chi giustifica ogni giorno il suo sterminio.
Lo slogan “Palestina libera dal fiume al mare” non invoca la distruzione di Israele, bensì la fine di un regime di apartheid che nega a milioni di persone il diritto all’esistenza, alla casa, all’acqua, alla libertà di movimento.
È un grido di liberazione, non un appello all’odio.
Parlare di “passi verso la pace” mentre si continua a sparare sui palestinesi di Gaza, a occupare la Cisgiordania, a imprigionare minori e a impedire gli aiuti umanitari significa praticare la menzogna come arte di governo.
La pace non è una formula diplomatica: è giustizia, verità, riconoscimento dei diritti umani. E non può esistere finché si confonde la resistenza con il terrorismo e la complicità con la neutralità.
I centri sociali e i movimenti che oggi si schierano con la Palestina non diffondono odio: difendono la dignità, la memoria e il diritto universale dei popoli all’autodeterminazione. Sono eredi di quella stessa coscienza civile che in altri tempi si oppose al fascismo, alla guerra e alla menzogna di Stato.
Chi accusa i militanti antagonisti al sistema di seminare odio, in realtà li teme. Perché la loro protesta disarma più di qualsiasi arma.
Se non vogliono vetrine dei negozi dei brand più costosi distrutte, macchine lussuose incendiate, i governi, tutti, devono risolvere le iniquità presenti nel tessuto sociale collettivo, eliminando le sacche di povertà e il crimine organizzato legittimato dalle mafie statali.
Invece di schierare gendarmi ovunque pur di non far accedere i cortei nei luoghi ritenuti dal potere inaccessibile per questioni di ordine pubblico, i governi, tutti, pensino a consentire la libertà di movimento e di protesta, senza avere il timore di essere decapitati.
La storia è vecchia e non si risolve con le manganellate, ma nel ripristinare i servizi sociali essenziali, un lavoro per tutti e tutte che non sia solo sfruttamento per i soliti sciacalli assisi nei consigli di amministrazione.
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