Gran Bretagna: politica rispecchia la piazza di Gaza
di Alberto Pantaloni

Sabato scorso si è svolta a Londra la trentaduesima manifestazione nazionale per Gaza dall'ottobre 2023, con la partecipazione di più di 600.000 persone (ma anche tutte le 31 precedenti hanno avuto numeri molto alti).

Inoltre, i Verdi hanno superato la quota di 100.000 persone iscritte grazie alla svolta a sinistra imposta dalla segreteria Polansky, mentre sono già decine di migliaia quelle aderenti allo Your Party, che celebrerà il suo congresso il 29 e 30 novembre prossimi a Liverpool.

Insieme, i due partiti sfiorano il 30% dei consensi elettorali negli ultimi sondaggi, non molto lontani da Reform UK (31%).

I contatti fra i due partiti sono molto stretti e diverse sono le dichiarazioni che portano ottimismo sulla prospettiva di una discesa unitaria alle prossime politiche.

In Italia, gli scioperi e i cortei del 22 settembre e del 3 ottobre hanno risvegliato tanto entusiasmo e tanta speranza, ed anche fra i media britannici è stato dato molto risalto alle manifestazioni nel Paese delle "cento città".

La differenza sostanziale con la Gran Bretagna è che non solo non ci sono aggregazioni politiche dialoganti e interne ai movimenti (Greens, Your Party, sinistra Labour), ma i partiti esistenti sono considerati inaffidabili, come dimostrano le percentuali di affluenza alle elezioni regionali toscane e calabresi inferiori al 50%.

Infine, mentre nel Regno Unito le varie organizzazioni extraparlamentari scelgono di entrare - pur criticamente - dentro Your Party o nei Greens, qui si persevera coi soliti settarismi che solo il grande lavoro della Flotilla è riuscito per il momento a superare.

Temo che non ci saranno seconde occasioni, vista l'aria che tira, cogliere quelle che si aprono ora è scelta non derogabile.

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