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Brasiliani manifestano contro clemenza verso Bolsonaro
di Vitoria Sobral
Decine di migliaia di persone hanno riempito le strade e le spiagge del Brasile domenica, chiedendo che non venisse concessa alcuna amnistia all'ex presidente Jair Bolsonaro, recentemente condannato per aver pianificato un colpo di Stato.
I manifestanti chiedevano la piena responsabilità dopo che il populista di estrema destra è stato condannato a 27 anni di carcere all'inizio di questo mese per aver tentato di aggrapparsi al potere dopo la sconfitta del 2022 contro Luiz Inácio Lula da Silva.
I manifestanti si sono radunati in alcune delle più grandi città del Brasile per opporsi ai tentativi della destra di liberare Bolsonaro dalla punizione per la sua fallita presa di potere, che, secondo i pubblici ministeri, includeva un piano per assassinare Lula, il vicepresidente Geraldo Alckmin e un giudice della Corte Suprema.
Le manifestazioni pro-democrazia sono state guidate da alcune delle figure culturali più iconiche del Brasile. I leggendari musicisti Caetano Veloso, Chico Buarque e Gilberto Gil, che si opposero alla dittatura militare brasiliana del 1964-85, si sono esibiti in classici anti-dittatura davanti a folle immense.
"Il popolo brasiliano ha eletto Lula, ed è per questo che la democrazia in Brasile resiste", ha detto Veloso, 83 anni, rivolgendosi a decine di migliaia di persone radunate sulla spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro, nonostante il caldo torrido di 35 °C.
Mentre i musicisti cantavano, la folla ha intonato "Sem anistia" ("Senza amnistia"), esprimendo il proprio rifiuto della richiesta di clemenza dei sostenitori di Bolsonaro.
I manifestanti hanno anche condannato un disegno di legge recentemente approvato dalla Camera bassa brasiliana, a maggioranza conservatrice. I critici l'hanno definito il "disegno di legge dei banditi", avvertendo che renderebbe più difficile perseguire o arrestare i parlamentari accusati di reati.
A Belo Horizonte, la cantante locale Fernanda Takai ha denunciato queste manovre come "spudorate", esortando i brasiliani a resistere ai tentativi di proteggere politici corrotti.
Nella capitale Brasilia, dove Bolsonaro è attualmente agli arresti domiciliari, migliaia di persone si sono radunate vicino al Congresso e alla Corte Suprema, gli stessi edifici devastati dai radicali di destra durante le rivolte dell'8 gennaio 2023, al culmine del tentativo di colpo di Stato di Bolsonaro.
Le manifestazioni si sono diffuse anche all'estero, con raduni a Berlino, Lisbona e Londra, dove i manifestanti si sono radunati fuori dal parlamento chiedendo che Bolsonaro fosse processato.
 
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