Bullismo e solitudine e si toglie la vita
di Soumaila Diawara

Oggi piangiamo Paolo, un adolescente di soli 14 anni, fragile e vittima di bullismo, isolato e ferito in quegli ambienti che avrebbero dovuto proteggerlo.

Paolo era diverso, unico, e invece di trovare sostegno e comprensione, ha trovato indifferenza e il silenzio complice di chi aveva il dovere di intervenire: i suoi insegnanti.

Il dolore, la solitudine e la ferocia del bullismo sono stati così insopportabili che Paolo ha scelto di togliersi la vita.

Questa tragedia non è solo di Paolo: è della scuola, della società, di ciascuno di noi. Quando chi dovrebbe guidare e proteggere ignora le sofferenze di un bambino, quando chi dovrebbe accogliere la diversità la giudica e la punisce, falliamo tutti.

Ogni silenzio, ogni indifferenza, ogni leggerezza può diventare un peso insopportabile per chi è fragile.

Dobbiamo aprire gli occhi e chiederci con onestà che tipo di società stiamo costruendo: una in cui la diversità diventa motivo di esclusione? In cui la sofferenza di un bambino può essere ignorata? Paolo merita di essere ricordato, ascoltato e protetto, e noi abbiamo il dovere morale di fare tutto ciò che serve affinché nessun altro bambino debba vivere ciò che ha vissuto lui.

Non possiamo più permetterlo. La memoria di Paolo deve diventare impegno, responsabilità, azione.

Ogni scuola, ogni comunità, ogni adulto deve proteggere i più fragili, perché dietro ogni bambino c’è un futuro che merita di essere difeso.

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