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15 settembre 2025
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Ucraina: andirivieni di britannici
di Francesco Dall'Aglio

Negli ultimi giorni c'è stato un grande andare e venire di britannici (e non solo) in Ucraina, alcuni immagino per cose serie, altri sostanzialmente per turismo: tra questi il principe Harry (sì, viviamo in un mondo dove c'è uno che si chiama "il principe Harry"), Lord Michael Ashcroft (ex pezzo grosso del partito conservatore e "filantropo"), e ovviamente Boris Johnson. Proprio quest'ultimo ne ha combinate due, che sono state variamente commentate dai canali ucraini (un po' di costernazione ma anche grosse risate) e russi (solo grosse risate).

Andiamo con ordine. Venerdì si è tenuto a Kiev il meeting annuale dello YES, Yalta European Strategy, un forum che va avanti dal 2004 (che dal 2014 non si tiene più a Yalta ma a Kiev, per ovvi motivi). Durante un dibattito, Stubb, che è in Ucraina da giorni, e Johnson hanno avuto un diverbio, come ci informa il quotidiano finlandese Iltalehti (c'era anche Sanna Marin, ve la ricordate?, ora fa parte del consiglio direttivo dello YES, immagino non gratis).

Il motivo del diverbio, sostanzialmente, è chi dei due vuole più bene all'Ucraina: mentre Stubb parlava, Johnson dal pubblico gli ha chiesto come mai i fondi russi congelati a Bruxelles non sono ancora stati requisiti e messi a disposizione dell'Ucraina; Stubb gli ha detto che lui sarebbe d'accordissimo, ma "alcuni paesi membri" temono ripercussioni legali.

Johnson ha rincarato chiedendo come mai la "coalizione dei volenterosi" non ha ancora mandato truppe in Ucraina, e Stubb, molto paziente va detto, gli ha risposto che per lui le truppe europee dovranno servire come deterrente dopo la fine del conflitto, e che bisogna invece dare più armi, soldi e intelligence all'Ucraina, dicendogli poi che era un po' a disagio a dirlo davanti a lui, ma che la miglior garanzia per la sicurezza dell'Ucraina è l'ingresso nell'Unione Europea; al che Johnson ha risposto che anche per la Finlandia c'era voluto parecchio tempo, lasciando la sala in uno stato di doloroso stupore a chiedersi cosa potesse voler significare.

Questo venerdì. Sabato Johnson e Ashcroft sono andati a Odessa, dove hanno incontrato Goncharenko e, da bravi turisti, si sono fatti le foto nei posti belli di Odessa, che non sono pochi. Una di queste foto vede a sinistra il Municipio di Odessa, opera immortale del genio italiano, e al centro c'è il cannone davanti al quale i nostri posano felici.

Ora, sicuramente Goncharenko lo sa da dove viene quel cannone, anche perché c'è scritto sulla targa: è della fregata britannica HMS Tiger, affondata il 12 maggio 1854 nella baia di Odessa dopo aver bombardato la città, essersi incagliata sul fondale sabbioso ed essere stata bersagliata fino all'affondamento dall'artiglieria russa. Un mese dopo averla affondata i russi recuperarono alcuni cannoni, uno dei quali è stato trasformato in monumento nel 1904 e davanti al quale Johnson, che ovviamente non crede nella scaramanzia, si è fatto fotografare.

La targa sul retro del monumento riporta la scritta "Gloria alle armi russe е ai valorosi figli della patria che difesero Odessa". La targa è stata ovviamente rimossa durante le prime settimane della guerra però insomma, non mi pare che una foto di tale targa porti benissimo.


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