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Rubio dialoga con Pechino ma la NASA caccia i ricercatori cinesi
di Armando Lo Giudice
Il Segretario di Stato USA Marco Rubio ha sottolineato l'importanza di mantenere una "comunicazione aperta e costruttiva" in una chiamata di mercoledì con il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi, secondo quanto riportato dal Dipartimento di Stato, si legge in una nota.
La nota specifica che hanno parlato di questioni bilaterali "globali e regionali, come continuazione dei colloqui di Kuala Lumpur".
Nel loro incontro di luglio a margine del Forum Regionale dell'ASEAN a Kuala Lumpur, entrambe le parti hanno descritto i colloqui come positivi e costruttivi, nonostante le tensioni sui dazi statunitensi.
La chiamata è avvenuta in un momento di crescenti tensioni tra Washington e Pechino, e pochi giorni dopo che i leader cinese, russo e nordcoreano avevano partecipato a una grande parata militare in Piazza Tienanmen a Pechino.
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha accusato i leader di Cina, Corea del Nord e Russia di cospirare contro l'America, mentre Pechino ospitava la più grande parata militare di sempre della Cina, a dimostrazione della sua crescente potenza militare.
Nel frattempo, La NASA ha imposto nuove restrizioni che impediscono ai cittadini cinesi, anche a quelli in possesso di visti statunitensi validi, di lavorare ai suoi programmi. La decisione, confermata dalla portavoce dell'agenzia Bethany Stevens, segna una forte escalation negli sforzi di Washington per limitare l'accesso di Pechino alla ricerca spaziale americana.
Sebbene l'agenzia spaziale abbia da tempo mantenuto restrizioni sull'assunzione diretta di cittadini cinesi, coloro che avevano un visto statunitense avevano precedentemente contribuito tramite università, istituti di ricerca e come appaltatori. La situazione è cambiata venerdì, quando ai ricercatori cinesi è stato improvvisamente negato l'accesso ai sistemi di dati dell'agenzia e gli è stato impedito di partecipare a riunioni sia di persona che virtuali.
"La NASA ha adottato misure interne nei confronti dei cittadini cinesi, tra cui la limitazione dell'accesso fisico e informatico alle nostre strutture, ai nostri materiali e alla nostra rete per garantire la sicurezza del nostro lavoro", ha affermato Stevens.
La mossa arriva sullo sfondo di una lotta sempre più serrata tra Washington e Pechino per assicurarsi il predominio nello spazio. Entrambe le nazioni stanno portando avanti ambiziose missioni lunari entro i prossimi cinque anni, con l'obiettivo di stabilire una presenza a lungo termine sulla Luna.
 
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