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Raid a Doha: l'ombra del flop
di Leandro Leggeri
Il tentativo israeliano di eliminare i vertici di Hamas a Doha si è rivelato un fallimento. Secondo quanto riportato da Michele Giorgio su il manifesto, i dirigenti palestinesi non si trovavano nella stanza colpita dai missili, mentre i loro telefoni, sotto controllo israeliano, hanno tratto in inganno l’aviazione di Tel Aviv.
La propaganda ufficiale tace, ma le parole dell’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti hanno lasciato trasparire la verità: il bersaglio non è stato raggiunto. Intanto da Hamas nessuna conferma né smentita definitiva, ma la memoria corre al 1997, quando Khaled Mashaal sfuggì già a un attentato del Mossad.
Il raid ha scatenato indignazione internazionale: Cina, Russia e monarchie del Golfo hanno condannato l’attacco, mentre Mohammed bin Zayed è volato a Doha in segno di solidarietà. Sotto accusa anche Washington: difficile credere che un’operazione a pochi chilometri da basi e ambasciate americane sia avvenuta senza il via libera della Casa Bianca.
Netanyahu però non arretra e minaccia direttamente il Qatar: «Espellete i leader di Hamas o lo faremo noi». Un messaggio che suona come un ricatto, mentre a Doha vivono circa mille membri del movimento palestinese con le loro famiglie.
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