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10 settembre 2025
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Il Padrino dell’antimafia
di Santina Sconza

Si è costituito nel carcere di Bollate l'ex presidente della Confindustria Sicilia Antonello Montante.

Antonello Montante l'ex numero 1 della Confindustria Sicilia è in carcere, il decreto è stato firmato dalla Procura di Caltanissetta. Per Montante cade l’accusa di associazione a delinquere: la Cassazione ordina un nuovo processo solo per corruzione e accesso abusivo. La Suprema Corte ha infatti affermato la responsabilità penale nei confronti di Antonello Montante per tre episodi di corruzione e per il reato di accesso abusivo (dal 2016 in poi).

Per il reato di corruzione, i supremi giudici dichiararono “irrevocabile la responsabilità penale”. Montante è colpevole, non c’è possibilità che il nuovo processo cambi la sostanza delle cose.

Il processo non potrà deliberare pene alternative al carcere, ma solo stabilire l’entità della pena che secondo i magistrati nisseni non potrà essere inferiore a 4 anni, 5 mesi e 23 giorni (di cui circa un anno e mezzo già scontati nella fase cautelare delle indagini preliminari).

Ma chi è Antonello Montante? Oltre ad essere il Presidente della Confindustria Sicilia era considerato uno dei paladini dell'antimafia, andava nelle scuole a parlare di antimafia e di pizzo, era riuscito addirittura farsi amico l'associazione Libera e don Ciotti ed era amico di politici sia si destra che di sinistra.

Era il 2015 quando Montante finì coinvolto in un’inchiesta per mafia, essendo considerato un paladino della legalità, in prima linea nella ribellione contro il pizzo, esempio di rettitudine contro la connivenze di chi sta nella zona grigia e strizza l’occhio ai mafiosi per ingrossare il portafoglio con gli affari sporchi, l'inchiesta non ebbe sbocchi processuali.

Montante essendo grande ammiratore e stimatore di Almirante, si vantava che uno dei suoi intimi amici era l'ex presidente della regione Sicilia Musumeci, oggi ministro del governo Meloni.

Claudio Fava, presidente della Commissione Regionale Siciliana Antimafia durante il governo Musumeci, sottolineando l'incongruenza di dichiarazioni del Presidente in relazione ai suoi rapporti con Antonello Montante aveva avanzato la richiesta di dimissioni dello stesso Musumeci.

Il Presidente Musumeci, audito in Commissione Antimafia il 29 novembre 2018, fece mettere a verbale che gli unici suoi incontri con Montante erano quei tre riportati nell'agenda dell'imprenditore e dunque risalivano tutti al 2015 - aggiunge - 'Dal 2015 non ho più avuto, nè telefonicamente nè personalmente, rapporti con il dottor Montante'.

Ma se Montante si fosse inventato tutto, comprese le molte partite a bocce e i molti pranzi insieme perché Musumeci non l'ha mai denunciato? Montante non era un millantatore è riconosciuto colpevole di di avere avere organizzato un elaborato sistema di dossieraggio, infatti per i pubblici ministeri Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso, sarebbero stati effettuati accessi abusivi per un arco di 7 anni, per cercare informazioni su personaggi pubblici, tra i quali l’ex presidente dell’Irsap (l’istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive) Alfonso Cicero, e il magistrato ed ex assessore regionale Nicolò Marino.

Per capire il sistema Montante bisogna leggere il libro, Il Padrino dell’antimafia. Una cronaca italiana sul potere infetto, scritto da Attilio Bolzoni giornalista di Repubblica.

Il Padrino dell’Antimafia racconta la storia di Montante, imprenditore siciliano “nel cuore” di un boss di Cosa Nostra, diventato simbolo italiano della legalità.

Il libro racconta che la finzione di Montante e soci inizia fra il 2004 e il 2006 e culmina quando Confindustria Sicilia annuncia un svolta epocale: saranno cacciati dall’associazione tutti gli imprenditori scoperti a pagare il pizzo a Cosa nostra.

Calogero Montante detto Antonello e Ivanhoe Lo Bello detto Ivan sono i paladini di questa rivoluzione. Su di loro escono articoli e libri entusiastici, sono invitati in tutta Italia a convegni antimafia, firmano “protocolli di legalità” con enti pubblici.

Il 23 gennaio 2014 il governo Renzi, su proposta del ministro dell’Interno Angelino Alfano, nomina Montante nel comitato direttivo dell’Agenzia dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Il tutto va avanti senza intoppi fino a quando, il 9 febbraio 2015, Bolzoni firma con il collega Francesco Viviano un articolo sulla prima pagina di Repubblica che svela l’indagine per mafia a carico del paladino dell’antimafia, e pone diversi interrogativi sulla genuinità di quella “rivoluzione”.

Per saperne di più leggete il libro di Attilio Bolzoni.


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