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Minori a rischio se soli sul web
di Santina Sconza
Non lasciamo i bambini soli con il tablet.
Il telefono era nato per accorciare le distanze fra le persone lontane, ma è diventato una barriera fra le persone nella stessa stanza.
Non lasciamo i nostri bambini soli in una stanza con un cellulare o tablet.
Rete satanica - nazista recluta bambini e adolescenti in Europa. Sono neonazisti dediti al satanismo collegati a numerosi omicidi.
Sono già in Europa e sono considerati organizzazioni terroristi nel Regno Unito e in Canada.
È grazie all'agente speciale dell'FBI Pat McMonigle, specializzato in terrorismo, che stava investigando su crimini di sicurezza nazionale a scoprire questa rete in Europa che oltre a propagandare riti satanisti, istiga allo stupro dei minorenni e alla violenza.
Nel 2022 aveva iniziata un'indagine che riguardava un tredicenne manipolato e costretto a suicidarsi da un leader di “764”.
Durante l'indagine ha dovuto guardare video di decine di bambini costretti a farsi del male fisicamente, incluso il video del suicidio del tredicenne.
L'agente dichiara che questi gruppi nazisti-satanici "trovano le loro vittime identificando chi è più vulnerabile.
Queste persone prendono di mira i bambini in chat room online spesso dedicate all'auto-aiuto e alle malattie mentali.
Poi attirano i bambini fuori da quelle chat room su altre piattaforme, dove iniziano a manipolarli e costringerli a farsi del male.
È una forma di danneggiamento delle loro vittime e di reclutamento di nuovi membri.
Credono che i bambini suscettibili alla loro manipolazione - cioè quelli che si fanno del male - siano deboli, e quelli che non lo sono siano abbastanza forti da unirsi al movimento.
È una manifestazione della loro malata forma di darwinismo sociale".
Questa estate la polizia tedesca ha arrestato uno dei presunti leader di “764”, un ventenne che viveva a casa dei genitori ad Amburgo, noto come “White Tiger”.
È stato accusato di 123 reati, incluso l'omicidio del tredicenne.
L'ex agente Pat McMonigle è rimasto così traumatizzato a vedere i video di questa setta satanica-nazista che ha subito un grosso stress debilitante sia per la violenza a cui vengono indotti gli adolescenti ma anche perché gli aguzzini sono giovani, ancora ragazzi.
Perché chi è giovane si fa portatore di tanto orrore?
McMonigle ha provato a darsi una risposta: "I giovani di oggi stanno affrontando una crisi di scopo. Hanno perso di vista le grandi cose per cui vivere, inclusa la religione.
Penso che i giovani si guardino intorno sentendo che il loro mondo è stato messo sottosopra, dobbiamo comprendere e rendere pubblico il pericolo che questi gruppi online rappresentano, per quanto terribile e difficile sia da ascoltare. In questo modo, i genitori non saranno così disinvolti riguardo all'accesso dei dei loro figli a internet.
Sono davvero preoccupato per dove stiamo andando con i social media e come stanno manipolando i nostri giovani. E penso che questi casi estremi mostrino cosa succede quando questi strumenti manipolativi finiscono nelle mani sbagliate".
È molto facile affidare i figli ai social, basta regalargli un tablet, un cellulare, molto meglio che pagare una babysitter.
I social media sono diventati uno strumento pericoloso per i bambini e gli adolescenti incapaci di discernere il bene dal male, la realta dall'irreale.
I genitori non riescono ad interagire con i propri figli, ad educarli, meglio lasciarli chiusi in una stanza a chattare tra di loro, e se poi fanno parte di gruppi satanici-nazisti non è colpa loro ma dei social.
E poi si lamentano se una preside vieta i cellulari a scuola, dimenticando che la scuola deve istruire, far socializzare e far comunicare gli alunni fra di loro e non con un mezzo.
Genitori che dimenticano il loro ruolo di educatori, della crescita psicologica dei loro figli e di risolvere insieme i problemi che affliggono l'adolescenza.
I figli hanno il diritto ad essere educati ed istruiti dai genitori (Articolo 30 della Costituzione: "È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio".)
Secondo Paolo Crepet: "Amare un figlio significa accompagnarlo, esserci l'uno per l'altro, con la complicità che viene dalla reciproca diversità, dall'esigenza di guardarsi dritto negli occhi senza temere".
Un figlio non è un pacco postale che si deposita in una stanza chiusa.
 
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