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08 settembre 2025
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Messina: la gomma (sgonfia) del ponte
di Elisa Fontana

La costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina rischia davvero di trasformarsi in una barzelletta planetaria, ma solo per chi crede veramente che possa mai accadere. Per chi come me è fermamente convinta che non se ne farà mai nulla, se non ingrassare le tasche di alcune società, è solo l’ennesimo episodio con protagonista un soggetto di una mediocrità e inconsistenza politica che solo qui lo hanno potuto portare a ricoprire cariche politiche di un certo rilievo.

Riprendiamo il filo del discorso. Nel 2023 Salvini aveva giurato che i lavori per la costruzione del ponte sarebbero iniziati entro l’estate del 2024, aveva imperversato in ogni trasmissione e in ogni occasione, fino a dichiarare a settembre 2023 che “l’impegno di aprire i cantieri veri sulle due sponde nell’estate 2024 è un impegno che in questo momento siamo assolutamente in grado di mantenere”. A dimostrazione che quando parla Salvini si fermano anche gli orologi, come ciascuno può controllare.

Infatti, passata l’estate 2024 e visto che non una pietruzza era stata toccata, il Churchill de noantri, il De Gasperi di un governo dallo spessore politico mai visto, spostò l’asticella dell’inizio cantieri alla fine del 2024. Ma, invece di tenere un profilo basso ci tenne a trombonare che “Il mio obiettivo è, dopo 50 anni di chiacchiere (!) e di promesse non mantenute (!) con siciliani, calabresi, italiani, di aprire i cantieri entro il 2024”. Sapete tutti che il 2024 è passato e non una foglia è stata smossa.

E così arriviamo al 2025 e in una conferenza stampa nel maggio scorso il nostro prode ministro si lanciò nell’ultima profezia “l’estate del 2025 è quella dei lavori”. Adesso che l’estate è praticamente finita ci ha fatto sapere da Cernobbio che “conto che fra settembre e ottobre si parta con i cantieri, proprio con gli operai, con gli scavi e con gli espropri”.

Ma il suo stesso ministero non l’ha informato che ad agosto scorso ha diffuso un comunicato in cui spostava l’inizio dei lavori a fine anno e sarebbe cosa buona e giusta che il ministero e il ministro trovassero il modo di parlarsi. Infatti, se il Cipess ha approvato il progetto definitivo del ponte, manca il via libera della Corte dei Conti che esercita il controllo preventivo di legittimità, cioè se la delibera del Cipess rispetti le leggi e le norme vigenti.

La Corte dei Conti si esprime entro 30 giorni dal ricevimento dell’atto. Sempre se qualcuno glielo invia, perché a tutt’oggi niente è arrivato alla Corte dei Conti. E sempre se il termine di 30 giorni non venga sospeso dalla richiesta di eventuali chiarimenti da parte della Corte.

Insomma, come si dimostra la credibilità di Salvini è pari al suo acume politico che prima gli ha fatto distruggere quanto costruito con il colpo di genio del Papeete, poi gli ha fatto mettere quel che restava del partito in mano a Vannacci e ora lo costringe a queste esibizioni patetiche che fanno intravvedere il Ponte come se davvero fosse cosa fatta, quando lui sa benissimo che non se ne farà niente, soprattutto ora che non può nemmeno mettere in conto i finanziamenti occorrenti nelle spese per la difesa Nato.

Insomma, Meloni gli ha messo in mano il giocattolino per farlo giocare, farlo sentire importante, fare sbrilluccicare i lustrini e fare abboccare una buona fetta di elettorato, meridionali compresi, che ancora credono a questa compagnia di guitti politici.


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