Ferire ai genitali. Target practice israeliana
di Leandro Leggeri

Un’accusa pesantissima arriva dal cuore degli ospedali di Gaza.

Il professor Nick Maynard, chirurgo dell’Oxford University Hospitals, ha raccontato davanti a un tribunale indipendente a Londra e in diverse interviste la sua esperienza diretta: adolescenti palestinesi ricoverati con ferite da arma da fuoco mirate a parti specifiche del corpo, tra cui i genitali.

Secondo Maynard, in un solo giorno furono ammessi quattro ragazzi di 13–14 anni tutti colpiti ai testicoli. Un dato che, a suo giudizio, non può essere considerato casuale.

«Era un pattern chiarissimo, troppo sistematico. Questo non si spiega se non come una sorta di target practice da parte dei soldati israeliani», ha affermato.

Il chirurgo ha inoltre descritto un andamento ripetuto: un giorno colpi diretti a testa e collo, il giorno seguente al petto, poi all’addome e infine ai genitali. Un modello di ferite che egli definisce «inconcepibile» come esito accidentale.

Le sue parole alimentano ulteriormente le denunce sulle violazioni dei diritti umani a Gaza e pongono interrogativi pressanti sul ruolo della comunità internazionale di fronte a pratiche che colpiscono minori e civili palestinesi.

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