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06 settembre 2025
tutti gli speciali

Amici suoi
di Elisa Fontana

Breve storia di come gli amici della nostra amata premier siano personcine leali, rispettose e con frequentazioni amicali degne dei più elevatissimi standard.

Tutti conosciamo Pino Insegno, presentatore, attore, doppiatore e, soprattutto amico storico di Meloni cui deve il ritorno in grande pompa alla Rai dove è riuscito, con grandissima professionalità gli va riconosciuto, di affossare qualunque format gli venisse affidato, a dimostrazione plastica che con la destra al governo l’amichettismo è finito per sempre. Ma non è delle performances artistiche di Insegno che qui vogliamo occuparci, ma di quelle etiche, se mi si passa la parolaccia.

Il bravo Pino era legato da grande amicizia, mai smentita, ma anzi rivendicata con orgoglio, con quel Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, boss del narcotraffico romano ucciso con un colpo alla nuca da un killer nel 2019. Alla nota statura criminale di Diabolik va sommato anche il fatto che fosse in pratica il boss della curva ultras della Lazio, sua squadra del cuore. E in questo Pino Insegno è in buona compagnia con Matteo Salvini, amico cordiale di Luca Lucci, capo ultras della curva del Milan e narcotrafficante di primo livello, tanto per capire frequentazioni e spessore morale generale.

Ma riprendiamo le fila del discorso. Nell’ambito del processo per l’uccisione di Diabolik gli investigatori hanno passato al setaccio i telefoni, le agende, le chat di Piscitelli, tutti documenti ormai diventati pubblici. C’è anche una chat fra Piscitelli e Pino Insegno, a testimoniare lo stretto legame fra i due, e fra le altre cose, nel 2019 Piscitelli mandava un link a Insegno dove veniva raccontata la battuta dell’ attrice e regista Michela Andreozzi che aveva storpiato il nome della Lazio in “Lazie”, offesa indigeribile a quanto pare dal capo della curva ultras, ma non chiedetemi perché, onestamente è al di sopra di ogni mia comprensione.

Comunque, Piscitelli, con intenzioni bellicose, chiede ad Insegno il numero di telefono di Andreozzi e il prode presentatore immediatamente lo favorisce all’amico, senza nemmeno un sussulto di un qualche tipo.

Bene, il gentiluomo Piscitelli ha immediatamente girato il numero di telefono a tutti i gentiluomini ultras suoi sodali, con poche, ma pregnanti parole “Distruggetela sta tr…ia”. Lascio a ciascuno di voi immaginare quale porta dell’inferno si sia aperta per Andreozzi, fatta di pesanti insulti, minacce di morte e, persino, una telefonata inquietante direttamente da parte di Piscitelli. Una shit storm in piena regola, ma con risvolti imprevedibili, visto il calibro e lo spessore delinquenziale dei protagonisti.

E se non bastasse tutto questo, agli atti ci sono anche dialoghi fra Piscitelli e Paolo Signorelli, nipote del fondatore di Ordine Nuovo, portavoce del ministro Lollobrigida, ruolo da cui si è dimesso dopo la pubblicazione di queste chat dove si lasciava andare anche ad insulti antisemiti e ad esultanze per l’assoluzione di un boss albanese. Con questo sodale Piscitelli dialogava in chat scrivendo “dobbiamo sapere dove sta”, riferendosi ad Andreozzi e seguendo con epiteti degni di questo milieu delinquenziale. Di seguito solo un assaggio dei messaggi di Piscitelli ai suoi sodali: «La dovemo sfonna’ (...) Tutto quello che può essere contro sta bastarda».

«La sto facendo scrivere e chiamare da tutti (...)Andate sul suo profilo de questa ennesima … e fate del vostro meglio (...) Passate e fate chiamare sta pezza di ...». Lascio all’immaginazione di chiunque pensare che inferno sia stato per Andreozzi vivere quel periodo. Adesso, grazie alla pubblicazione delle chat sa anche chi ringraziare e, infatti, oltre ad esternare il suo sdegno, dice che sta riflettendo anche sulle iniziative da prendere.

Starà riflettendo anche Pino Insegno che, richiesto di chiarimenti, dice di non poter rispondere senza l’autorizzazione della Rai, anvedi che personcina rispettosa delle regole? Starà riflettendo anche la Rai che, dopo essere scomparsa dagli ascolti, è scomparsa anche in questo caso e non ha nulla da dire? Staranno riflettendo anche i giornali mainstream, quelli che in prima pagina, in esclusiva!, mettono le letterine di Meloni dove ci spiega perché al giuramento ha messo un tailleur di Armani, ma non scrivono una sillaba su questa storia così edificante?

E se non fosse stato per un meritorio articolo di Nello Trocchia sul Domani, non ne saprebbe niente nessuno. Ma meno male che abbiamo spazzato via l’amichettismo di sinistra e lo abbiamo rimpiazzato con questi uomini veri che si sono fatti da soli, senza l’aiuto di nessuno e che non gli basta una curva intera per prendersela coraggiosamente con una donna. Si sentiva davvero il bisogno di un po’ di aria nuova e sommamente putrida.


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