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USA sanzionano tre organizzazioni pro-Pal per supporto alla CPI
di Tamara Gallera
Giovedì gli Stati Uniti hanno sanzionato tre organizzazioni palestinesi per i diritti umani per il loro ruolo nel sostenere l'indagine della Corte Penale Internazionale (CPI) sui funzionari israeliani.
Il Segretario di Stato Marco Rubio ha affermato che Al Haq, il Centro per i Diritti Umani Al Mezan e il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) sono stati designati in base a un ordine esecutivo firmato dal Presidente Donald Trump a febbraio, che prendeva di mira i funzionari della CPI per aver emesso un mandato di arresto contro il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu per crimini di guerra a Gaza.
"Queste entità hanno partecipato direttamente agli sforzi della Corte Penale Internazionale (CPI) per indagare, arrestare, detenere o perseguire cittadini israeliani, senza il consenso di Israele", ha dichiarato Rubio in una nota.
"Gli Stati Uniti e Israele non sono parte dello Statuto di Roma e pertanto non sono soggetti all'autorità della CPI", ha dichiarato Rubio. "Ci opponiamo all'agenda politicizzata della CPI, ai suoi eccessi e al suo disprezzo per la sovranità degli Stati Uniti e dei nostri alleati".
La decisione è arrivata pochi giorni dopo che Washington aveva revocato i visti ai funzionari dell'Autorità Nazionale Palestinese, impedendo loro di recarsi a New York per l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del mese prossimo. Tale decisione ha fatto seguito all'annuncio da parte di diversi paesi, tra cui Francia, Canada e Australia, che avrebbero riconosciuto uno Stato palestinese durante la conferenza delle Nazioni Unite.
Giovedì mattina, Rubio aveva avvertito che il riconoscimento della Palestina avrebbe "creato grossi problemi", mentre Israele avanza nei piani di annessione della Cisgiordania occupata.
Lo scorso novembre, la CPI ha emesso mandati di arresto per il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex Ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e crimini contro l'umanità a Gaza.
La Procura della CPI si era avvalsa per la sua decisione della consulenza di un team legale di cui faceva parte anche Amal Alamuddin, l'avvocata sposata con George Clooney, la quale pure è stata messa nel mirino dal governo USA per possibili sanzioni punitive.
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