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Chi sono i veri suprematisti bianchi?
di Corrado Poli *
Non c’è bisogno di indossare il cappuccio del KKK per dimostrarsi suprematisti bianchi.
È sufficiente ripetere la giaculatoria che ‘nonostante tutti i difetti delle nostre democrazie, siamo ancora i migliori’! E, di conseguenza, ci beviamo tutta la propaganda denigratoria russofoba, islamofoba, anticinese che sistematicamente viene diffusa da un profluvio di film. Qualcuno ha mai visto un film occidentale in cui un cinese e un russo non fossero criminali?
A fronte dell’affermarsi dell’alleanza asiatica e dei BRICS+, la reazione (sic!) dell’oligarchia occidentale è stata un profluvio di critiche ai sistemi politici e ai leader cinesi, coreani e a tutti coloro che mettono in dubbio il ruolo di guida civile dell’uomo bianco.
Per essere suprematisti bianchi, non è necessario nemmeno gridare – come fanno i leader ‘democratici’ israeliani – che gli arabi sono animali da massacrare. Ci basta affermare con superficialità che abbiamo bisogno di immigrati che facciano i lavori ‘che noi non vogliamo più fare.’ E che l’accoglienza è giustificata dall’utilità di braccia di lavoro a buon mercato non dall’imperativo etico di aiutare chi ha bisogno e si batte per una redistribuzione di reddito e opportunità.
Cioè, abbiamo bisogno di loro, li invitiamo e poi li vorremmo costringere a diventare come noi perché noi siamo migliori. E, dimenticavo, siamo democratici.
Per essere suprematisti bianchi non serve nemmeno affermare che Paola Egonu non corrisponde al fenotipo italiano o europeo. Basta pensare che gli immigrati debbano assimilarsi (non integrarsi rispettandone la cultura) al nostro modello che ‘nonostante i suoi difetti rimane il migliore e l’unico possibile’.
I suprematisti bianchi sono quelli che non rigettano gli immigrati purché diventino al più presto ‘come noi’ e ci ubbidiscano. Quelli che dimostrano un’ipocrisia dettata dal senso di superiorità di cui nemmeno se ne rendono conto.
Dai commenti al summit di Tianjin, il suprematismo bianco è emerso molto più evidente e solido e radicato che nelle affermazioni di Weidel, Le Pen, Farage, Salvini e dei folkloristici sostenitori del MAGA.
* Già docente della Johns Hopkins University di Baltimora (USA), componente del Comitato Scientifico dell'Osservatorio
 
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