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Israele detiene 4500 palestinesi che definisce combattenti illegali
di Leandro Leggeri
Un’inchiesta pubblicata da Middle East Eye (MEE staff, 4 settembre 2025), basata su documenti militari israeliani riservati citati da The Guardian, rivela che almeno 4.500 civili palestinesi rapiti da Gaza sono stati classificati come “combattenti illegali” e detenuti senza accuse né processo.
I dati mostrano che solo uno su quattro dei palestinesi arrestati dall’inizio del genocidio nell’ottobre 2023 era effettivamente un combattente di Hamas o della Jihad Islamica. Gli altri — tra cui medici, giornalisti, insegnanti, funzionari pubblici, bambini, disabili e persone malate — sono stati arrestati arbitrariamente in base a questa legge speciale che permette allo Stato israeliano di imprigionare indefinitamente chiunque definito “combattente illegale”.
Molti prigionieri sono stati rinchiusi nel campo militare di Sde Teiman, tristemente noto per gli abusi. Lì i detenuti sono stati sottoposti a torture, fame forzata, violenze sessuali, pestaggi e gravi negligenze mediche, che hanno già portato alla morte di decine di persone in custodia.
La normativa consente di tenere i palestinesi imprigionati fino a 75 giorni senza comparire davanti a un giudice e di negare l’accesso a un avvocato per quattro mesi. Nessuno dei prigionieri rapiti a Gaza dal 2023 è stato portato a processo.
Secondo le stesse fonti, a maggio 2025 Israele aveva già detenuto circa 6.000 palestinesi di Gaza con questa classificazione. Di questi, solo 1.450 erano combattenti confermati, mentre oltre 3.000 sono stati successivamente rilasciati. Oggi rimangono incarcerati almeno 2.662 palestinesi.
Parallelamente, Israele ha condotto circa 18.500 arresti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est nello stesso periodo, con più di 11.100 palestinesi ancora detenuti, di cui oltre 3.500 sotto “detenzione amministrativa”, cioè senza accuse formali né processo.
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