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Polemiche interne danneggiano la causa
di Rossella Ahmad
Ma quante brutture ed infamie dovranno ancora leggere i miei occhi?
Sono stanca. Mentalmente e fisicamente stanca. Provata da un anno infame, che si somma a tutto il resto. Irritata da chi mangia pane e volpe tutti i giorni e pensa di poterti dare lezioni di pensiero logico. Davvero, il nulla cosmico.
Demoralizzata da letture inutili, di gente inutile, che toglie alla Palestina un sostegno che non c'è mai stato. Sentendosi addirittura determinante per quella che modestamente è la questione delle questioni, contro cui è impattato l'intero mondo, e non da oggi.
Ribadisco qui che non mi interessano le diatribe social. Ho altro a cui.pensare in questo momento, ma seppure così non fosse, lascerei a ciascuno il diritto di cuocere nel proprio brodo.
E però, posto che non sono l'ultima arrivata né in termini di conoscenza della questione palestinese né in termini di decodificazione della realtà che mi circonda, passerò a cassare direttamente il prossimo volpone che mi infastidirà con argomenti che esulano dal mio interesse primario, che è la Palestina. Tutto ciò che le ruota attorno in termini di sostegno globale non può farmi che piacere riconoscendone tutti i limiti, e questo è quanto.
( E, detto tra noi, è per me più credibile Greta nel suo sostegno alla causa palestinese - un sostegno nato quando molti dei criticoni qui sopra ancora discettavano di terrorismo palestinese mentre lei manifestava, quasi da sola, in una Stoccolma deserta. Certe cose non si dimenticano - è più credibile, dicevo, rispetto ai tanti che ne parlano in chiave complottista, ma di un complottismo ottuso, fatto di riflessi condizionati che prescindono dall'osservazione limpida della realtà).
Evolvetevi, per carità. E smettetela di imbrattare la più nobile questione dei nostri tempi: la causa palestinese prescinde persino dalle figure dei suoi stessi Leaders, che muoiono e poi risorgono in altre forme, figurarsi se non prescinda da tutto il resto.
Agli amici che condividono con me speranze, angosce ed amore per il popolo palestinese e la sua lotta per la libertà: non disperdiamo le nostre energie residue in futilità, in inutili battibecchi che nulla apportano alla causa, nel velleitario tentativo di dimostrare che la ragione è dalla nostra parte.
Cosa importa avere ragione o torto mentre la Palestina brucia e vede morire i suoi figli migliori?
Lo ripeto, il tempo dei protagonismi è finito. Occorre mettersi al servizio, per chi se la senta. La questione è vitale. Focalizziamoci su di essa. Sul modo di essere utili. Su come essere voce e sostegno. E tutto ciò mentre i personalismi sono ai massimi storici, e le voci dell'infamia pure.
Ne siamo circondati. Ci assediano da ogni lato. Tentano di togliere lucidità alla nostra visione ed impeto al nostro slancio.
Divide et impera. Sempre valido, sempre attuale
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