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02 settembre 2025
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Banche israeliane registrano utili senza precedenti
di Tamara Gallera

Mentre le famiglie dei coloni e le piccole imprese continuano a sopportare il peso economico della guerra a Gaza, le principali banche di Israele hanno registrato utili record.

Bank Leumi e Bank Hapoalim, i due maggiori istituti finanziari dell'entità, hanno registrato un utile netto complessivo di quasi 17,4 miliardi di NIS (circa 5,2 miliardi di dollari) solo nel 2024. Insieme ad altre tre grandi banche, gli utili totali del settore hanno raggiunto i 29,5 miliardi di NIS (8,8 miliardi di dollari).

Questo aumento della redditività è in gran parte attribuito ai tassi di interesse persistentemente elevati. Il tasso di interesse di riferimento, fissato dalla Banca d'Israele, si attesta attualmente al 4,5%, superiore a quello di molti altri paesi in cui le banche centrali hanno iniziato a tagliare i tassi. Questo contesto ha ampliato i margini di interesse netti, la differenza tra quanto le banche pagano ai depositanti e quanto guadagnano dai prestiti.

Ad esempio, mentre i clienti guadagnano solo il 3,5-4% sui loro risparmi, le banche applicano fino al 12,7% su scoperti di conto corrente e prestiti al consumo. Questo divario è diventato un importante motore di profitto, soprattutto perché oltre un terzo delle famiglie è bloccato in scoperti di conto corrente cronici e non riesce a ridurre il proprio debito a causa delle difficoltà finanziarie causate dalla guerra.

Di fronte alla crescente indignazione pubblica e alla pressione politica, la Banca d'Israele ha proposto un programma di aiuti che impone alle banche di offrire un sostegno finanziario per un totale di 3 miliardi di NIS (896 milioni di dollari) entro il 2027. Sebbene tecnicamente volontario, il rispetto di tale obbligo è ampiamente previsto.

La Banca Hapoalim, ad esempio, ha annunciato la distribuzione di 100 NIS (30 dollari) in contanti o due azioni del valore di 130 NIS a circa un milione di clienti. La Banca Leumi ridurrà i tassi sui mutui e sui prestiti al consumo di 0,25 punti percentuali a partire da ottobre.

Nonostante questi gesti, i critici sostengono che le misure siano modeste rispetto agli enormi profitti delle banche. Molti le considerano uno sforzo di pubbliche relazioni piuttosto che una soluzione strutturale. I legislatori, come il presidente della Commissione Finanze della Knesset, Moshe Gafni, hanno criticato duramente le banche e le autorità di regolamentazione per aver operato con "incoscienza" e aver tratto profitto mentre i cittadini affrontano un costo della vita alle stelle.

La radice del problema risiede nell'elevata concentrazione del settore bancario "israeliano". Le prime cinque banche controllano oltre il 90% dei depositi al dettaglio, dei prestiti immobiliari e del credito alle piccole imprese. Leumi e Hapoalim da sole gestiscono circa il 60% del totale degli asset bancari.

Questa concentrazione crea un mercato dominato da pochi attori potenti, consentendo alle banche di mantenere i prezzi elevati senza timore di perdere clienti.

Le banche straniere, che normalmente potrebbero introdurre concorrenza, sono scoraggiate da una serie di ostacoli, come le dimensioni ridotte del mercato, i complessi requisiti normativi, gli elevati requisiti di capitale e la consolidata fedeltà dei clienti costruita nel corso di decenni.

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