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Partita Italia-Israele: sindaco di Udine contrario
di Viola Fiore
Dopo settimane di richieste e diatribe, il sindaco di Udine si pronuncia contro lo svolgimento della partita di calcio Italia Israele nella sua città.
Alberto Felice De Toni, sindaco di Udine ed ex rettore dell’Università di Udine ha affermato che è "inopportuno giocare" e aggiunge "fermiamoci davanti al dramma di Gaza" e parla di "trovare un momento migliore".
Il Consiglio Direttivo Nazionale dell’Assoallenatori in una lettera-appello al Presidente della Figc aveva chiesto se una partita di calcio, preceduta dagli inni nazionali, possa essere considerata solo una partita di calcio e domandava adirittura l’esclusione temporanea di Israele dalle competizioni sportive.
"Il massacro terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023, con oltre un migliaio di vittime innocenti israeliane più la presa di 250 ostaggi, può giustificare la feroce rappresaglia genocida di Israele, che ha fatto decine di migliaia di morti civili palestinesi, fino ad annunciarne la deportazione?" argomentava l'associazione.
La lettera richiamava anche il comma 5 dell’art.2 dello Statuto federale, che recita: "La FIGC promuove l’esclusione dal giuoco del calcio di ogni forma di discriminazione sociale, di razzismo, di xenofobia e di violenza".
Pertanto "Il Consiglio Direttivo dell’Aiac unanimemente, crede dunque che davanti alle stragi quotidiane, che hanno riguardato anche centinaia di morti tra dirigenti, tecnici e atleti, compreso la stella del calcio palestinese Suleiman al-Obeid, sia legittimo, necessario, anzi, doveroso, porre al centro del dibattito federale la richiesta, da proporre a Uefa e Fifa, dell’esclusione temporanea di Israele dalle competizioni sportive. Perché il dolore del passato non può oscurare coscienza e umanità alcuna".
Gli stessi argomenti valgono ancor più per l'incontro udinese del 14 ottobre valido per i Mondiali 2026.
Anche in presenza di una petizione largamente sottoscritta che chiede che la partita non si tenga, il sindaco ha detto alla stampa: "Ci sono state manifestazioni di dissenso un anno fa, non potranno non essercene tra un mese e mezzo", adombrando così anche problemi di ordine pubblico, la cui ipotesi potrà zittire anche i prevedibili critici del suo intervento.
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