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Yemen: Israele uccide premier e ministri in attacco a Sana'a
di Tamara Gallera
Sabato, la presidenza dello Yemen a Sana'a ha annunciato che il Primo Ministro yemenita Ahmad Ghaleb al-Rahawi è stato ucciso, insieme a diversi ministri, nell'ultima aggressione israeliana a Sana'a.
In una dichiarazione, la presidenza yemenita ha rivelato che, nel contesto della continua e aperta battaglia contro Israele, lo Yemen ha perso una nuova schiera di grandi martiri tra i suoi leader nazionali, che rappresentano l'intero spettro del popolo yemenita, confermando l'uccisione del "combattente per la libertà Ahmad Ghaleb al-Raahwi, Primo Ministro del Governo del Cambiamento e della Costruzione, insieme a diversi suoi colleghi ministri".
"Per rivendicare la difficile situazione del popolo palestinese, lo Yemen ha combattuto la battaglia della conquista promessa e del sacro jihad, guadagnandosi immenso onore e, per la sua causa, ha presentato convogli di martiri, tra eroi delle forze armate e altri figli del grande popolo yemenita che hanno portato la bandiera e hanno giurato a Dio di rimanere saldi nella verità, a qualunque costo", si legge nella dichiarazione.
La dichiarazione ha evidenziato che i funzionari yemeniti sono stati uccisi in un attacco israeliano che li ha presi di mira durante una sessione di routine per discutere e valutare le prestazioni annuali del governo yemenita. L'attacco ha ferito diversi loro colleghi, alcuni dei quali in modo grave, e ora stanno ricevendo cure mediche.
Inoltre, il capo del Consiglio Politico Supremo dello Yemen, Mahdi al-Mashat, ha confermato che il governo del Cambiamento e della Costruzione continuerà il suo lavoro in veste di amministratore delegato, sottolineando che il sangue di al-Rahawi e dei suoi colleghi ministri fungerà da catalizzatore per la resilienza, la ricostruzione e il proseguimento del cammino intrapreso.
In un discorso tenuto sabato sera, al-Mashat ha aggiunto che "i nostri grandi martiri hanno assunto la loro responsabilità con pieno merito durante il periodo più difficile della storia dello Yemen e hanno mantenuto le loro promesse di sostegno a Gaza", sottolineando che le istituzioni statali continueranno a fornire servizi al popolo yemenita.
Il Segretario Generale di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem, ha inviato un messaggio di condoglianze a Sayyed Abdul-Malik al-Houthi, leader del movimento Ansar Allah esprimendo sia condoglianze che congratulazioni, sottolineando il martirio dei leader yemeniti come testimonianza della loro dedizione e del loro sacrificio al servizio del popolo yemenita.
Lo sceicco Qassem ha descritto l'assassinio come un atto congiunto "israeliano-americano", che ha preso di mira funzionari attivamente impegnati nella pubblica amministrazione e che sostenevano il sostentamento del popolo yemenita attraverso la loro continua lotta per la governance. "Questa aggressione dimostra la bancarotta del nemico criminale e il suo modello di brutalità e uccisione di vite umane senza controlli né regole", ha affermato lo sceicco Qassem.
Ha aggiunto che l'incapacità del nemico di affrontare le forze armate e i leader della resistenza sul campo di battaglia lo ha spinto ad attaccare coloro che prestano servizio nelle aree civili, un atto che ha definito "uno dei crimini più efferati".
Sottolineando la resilienza della leadership e del popolo yemenita, lo sceicco Qassem ha affermato che lo Yemen continuerà a rimanere saldo come "una bandiera splendente e sventolante nei cieli del mondo, un faro di libertà, di sostegno alla Palestina e a Gaza e di resistenza agli occupanti e agli invasori". Ha sottolineato che questo crimine non farà che rafforzare ulteriormente la determinazione dello Yemen e aumentare i suoi sacrifici a sostegno dell'asse della resistenza.
Lo sceicco Qassem ha concluso affermando che l'esito del percorso di resistenza è chiaro: "La lezione è alla fine del cammino, dove ci sono vergogna e una caduta umiliante per l'entità sionista, se Dio vuole, e il fallimento assoluto dell'arroganza globale e dei governanti complici della nostra regione". Ha ribadito che la vittoria finale spetta alla Palestina, ad al-Quds e alla resistenza, guidata con orgoglio dallo Yemen.
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