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La pacchia è infinita
di David Capellini
Nell'ottobre del 2022 il 26% del 64% scarso dei votanti, scelse FdI e Giorgia Meloni per guidare l'Italia. Il partito e la premier, con Lega e Forza Italia, dovevano realizzare tutto ciò che i governi precedenti non avevano attuato.
I punti programmatici salienti erano l'abolizione della legge Fornero, il blocco navale per impedire le migrazioni, l'eliminazione delle accise, la flat tax estesa a tutti, i 1000 euro con un click per le attività e le famiglie in difficoltà, il taglio del cuneo fiscale per le imprese, una generale affermazione di autonomia dai vincoli esterni imposti dalla UE sancita dalla frase ad effetto urlata da Meloni "la pacchia è finita".
Ovviamente non erano secondari, dopo la campagna mediatica e politica scatenata nei mesi di opposizione al governo Draghi e ai due governi Conte, anche l'abolizione del Reddito di Cittadinanza e del Decreto Dignità, oltre all'enunciazione dei tre cavalli di battaglia del centrodestra, le madri di tutte le riforme istituzionali, cioè l'autonomia differenziata (Lega), il premierato o comunque una riforma costituzionale in direzione presidenzialista (FdI) e la riforma della giustizia (FI). Un programma ampio ed ambizioso che secondo i loro roboanti proclami, avrebbe fatto ripartire l'Italia rivoltandola come un calzino.
A distanza di quasi 3 anni da quell'ottobre, cosa possiamo dire? Non perderò tempo ad elencare ciò che non hanno fatto, in pratica quasi tutto di quello che avevano promesso, come invece fanno in tv i politici di centrodestra, capaci di lamentarsi accusando i governi precedenti di ciò che non avrebbero realizzato. Meglio concentrarsi su quello che hanno fatto, si fa molto prima ed è assai più utile per comprendere lo stato effettivo delle cose.
1) Hanno firmato il rinnovo del patto di stabilità, procrastinando la famosa "pacchia" dei rigoristi europei e condannando il paese a prevedere un saldo iniziale negativo di 15 miliardi per ogni prossima legge di bilancio.
2) hanno accettato di portare le spese militari al 5% del pil, con una spesa aggiuntiva annua di 43 miliardi.
3) hanno accettato il Rearm di Von der Layen e Kallas per 800 miliardi, con cui riarmeremo la Germania a spese nostre. Non contenti hanno anche aderito al meccanismo finanziario per i prestiti inerenti le spese militari, per ulteriori 15 miliardi. Non soddisfatti di aver fatto cessare la pacchia europea, hanno accettato passivamente, con tutta l'indegna classe politica di Bruxelles, i dazi di Trump, impegnandosi ad investire per 600 miliardi in Usa e ad acquistare per 750 miliardi il costoso (circa 3 volte il costo medio) gas americano GNL, quantità che va molto oltre il fabbisogno complessivo. Quindi non solo hanno proseguito la pacchia europea, ma hanno gioiosamente aumentato anche quella statunitense, ha danno evidente di quella dovranno che vanno tanto sventolando.
4)a proposito di altra pacchia, non hanno minimamente tassato gli extraprofitti delle banche, dei colossi dell'energia, delle industrie farmaceutiche e di quelle delle armi, resi possibili dal momento congiunturale per loro favorevole (pandemia, guerre, rialzo dei tassi di interesse, aumento dei prezzi del gas e delle materie energetiche). Hanno preferito tagliare le pensioni minime... ad esempio, zitti zitti, hanno recentemente tagliato le pensioni a 783.000 dipendenti pubblici, procrastinandone l'uscita dal lavoro di ulteriore 6 mesi. Con questo giochino hanno drogato i dati dell'occupazione, che infatti è aumentata per i lavoratori sopra i 55 anni, tramite l'allungamento dell'età pensionabile e la regolarizzazione di contratti a termine, ma la quantità delle ore lavorate, in Italia, è drasticamente diminuita, mentre sono 30 i mesi continuativi di cali della produzione industriale. Così come il potere di acquisto dei salari è diminuito del 7,5%, mentre sono aumentati o lavoratori poveri a quasi 3,5 milioni. Se sostituisci un lavoratore con 1.500 euro di stipendio mensile, con 3 a 500, l'occupazione aumenta, ma anche la povertà.
5) hanno demolito il RDC sostituendolo con un surrogato chiamato Reddito di inclusione, che doveva durare un anno e avviare al lavoro i percettori, formandoli. Fallimento completo: nessun corso di formazione, il contributo deve essere ovviamente procrastinato e non integrando salari e pensioni povere ed essendo l'emolumento più basso alla media del RdC, ha ottenuto principalmente il brillante risultato di aumentare i poveri fino a 6 5 milioni.
6) inaugurati una ventina di condoni fiscali e bonus a cascata, cioè mance ed elemosine. Ma il "pizzo di stato", per dirla con un' altra brillante circonlocuzione della premier, è aumentato al 43,5% per effetto del fiscal drag (che Meloni dimostrò in diretta tv di non sapere cosa sia). Lascio perdere i tagli effettuati, come quello del pil investito in sanità, che passa al 6,2 % e che penalizza enormemente il fabbisogno, che invece è la variabile che conta. Anche qui la propaganda campa sull'equivoco: dicono di aver aumentato i soldi destinati alla sanità, ma il fabbisogno aumenta tutti gli anni e se è ipotizziamo che cresca di 15 miliardi e il governo ne investe 10 in più dell'esercizio precedente, non ha aumentato gli investimenti, ma ha tagliato di 5 miliardi.
Potremmo aggiungere altre iniziative come la controversa riforma della giustizia o l'aumento di 16 reati propedeutici al vergognoso Decreto Sicurezza, che sdogana l'utilizzo della strategia della tensione da parte dello Stato e restringe gli spazi di dissenso. Ma credo che basti prendere atto di quello che fa il governo Meloni e di come si muova, in quale pericolosa ottica classista e nemmeno troppo vagamente autoritaria, per comprendere come sia stato in qualche modo "autorizzato" ad essere lì e come il suo avvento sia stato preparato accuratamente.
Ha disatteso tutte le promesse elettorali seppure molto opinabili, ma in qualche modo "popolari", per abbracciare completamente le logiche neoliberiste che muovevano anche governi come quelli Renzi e Draghi.
Conta sull'uso sistematico della propaganda, mantenendo gli aspetti divisivi per storia e cultura politica, utilizzati per radicalizzare le contrapposizioni e introducendo inquietanti aspirazioni autoritarie, sempre meno striscianti e sempre più dirette.
Chi non se ne accorge o fa finta o è colluso.
 
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