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30000 operatori sanitari in digiuno per Gaza
di Viola Fiore
Decine di migliaia di sanitari di tutta Italia hanno partecipato al digiuno a staffetta chiedendo alle istituzioni sanitarie di prendere posizione sul genocidio di Gaza e al governo di agire verso Israele.
L'iniziativa, iniziata in Toscana il 29 luglio, si è estesa rapidamente ad altre regioni, come Lazio, Campania, Veneto ed Emilia Romagna. Al 6 agosto erano già 1300 le adesioni ufficiali.
"A Gaza si muore sotto le bombe, si muore di fame, si muore senza cure. A Gaza si muore anche per il silenzio" dicono i sanitari coinvolti nell'iniziativa. "Il sistema sanitario è stato completamente smantellato. Tra ottobre 2023 e maggio 2025 si sono registrati 720 attacchi contro obiettivi sanitari, tra cui 125 strutture, 34 ospedali e 186 ambulanze.
Il digiuno a staffetta prevede che intorno all'ora del pranzo chi aderisce lo testimoni fuori dalla propria sede di lavoro (stimbrando il cartellino) facendosi una fotografia con il cartello 'Digiuno contro il genocidio a Gaza' e postando la foto sui propri social, con l'hashtag #digiunogaza. Per partecipare, infine, si compila un modulo di adesione, con i propri dati.
Tra i promotori dell'iniziativa di Rimini4Gaza figura il Dr. Jonathan Montomoli, firmatario insieme al professor Roberto De Vogli dell'Università di Padova, al chirurgo plastico Ghassan Abu-Sittah dell'Università di Glasgow e allo storico ebreo israeliano Ilan Pappé dell'Università di Exeter, della lettera "Break the selective silence on the genocide in Gaza", pubblicata il 30 luglio 2025 su *The Lancet e ancor prima sul nostro sito.
"Secondo uno studio pubblicato su The Lancet a gennaio 2025, l’aspettativa di vita a Gaza è crollata da 75,5 anni prima della guerra a 40,5 anni nel periodo ottobre 2023-settembre 2024. Un crollo superiore a quello documentato durante il genocidio del Rwanda nel 1994." sottolineano Jonathan Montomoli e Roberto De Vogli.
I sanitari denunciano il sistematico attacco al sistema sanitario palestinese, documentato da organizzazioni internazionali, oltre all’utilizzo della fame e al blocco degli aiuti umanitari come strumenti di genocidio. "I sanitari sono per la difesa della salute e per il rispetto del diritto internazionale. Non siamo più disposti al silenzio: il silenzio, ormai, equivale ad appoggiare il genocidio."
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