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30 agosto 2025
tutti gli speciali

Ribelli a settant'anni
di Rita Newton

Destano la mia ammirazione le persone che anche in età anziana continuano a perseguire gli ideali di gioventù manifestando in piazza senza spaventarsi di fronte a rischi come quello di essere arrestate, come avvenuto anche recentemente nel Regno Unito.

Fra queste - visto che siamo nel clima di protesta alla Mostra del Cinema di Venezia - mi vengono in mente attrici famose come Jane Fonda e Susan Sarandon, che per buone cause hanno collezionato una serie di arresti da far impallidire criminali incalliti.

Oggi voglio raccontare la storia dell'attivista per i diritti civili Joan Trumpauer Mulholland che a soli 19 anni fu mandata addirittutra nel braccio della morte di una prigione dello stato del Mississippi per due mesi, con l'accusa di "disturbo della quiete", per essersi unita ai famosi Freedom Rides, che manifestavano per la tutela dei neri americani.

Non era la prima volta che la giovane - figlia di una segregazionista proveniente da una famiglia di schiavisti - sperimentava il carcere, sempre per motivi analoghi, avendo partecipato da adolescente a sit-in di attivisti neri, con gran disdoro della scuola che frequentava, che ne chiese una valutazione psicologica.

Ebbe anche uno scontro con la preside dell'Università di Duke per motivi analoghi.

Nonostante le brutta esperienze con il carcere e con le scuole , Joan rifiutò di abbandonare il movimento per i diritti civili e, mesi dopo la permanenza nel braccio della morte, divenne la prima studentessa bianca ad iscriversi allo storico College nero Tougaloo.

Mentre era lì, incontrò Martin Luther King Jr. e partecipò a sit-in di protesta sperimentando la segregazione e subendo abusi da parte di innumerevoli suprematisti bianchi e segregazionisti.

Lì cominciò anche una collaborazione con il NAACP, l'associazione statunitense di tutela degli afroamericani, con cui partecipò a manifestazioni che furono accolte con la violenza.

Questo non la fermò e continuò a combattere anche dopo una terrificante notte nel 1964, quando i membri del Ku Klux Klan circondarono lei ed altri attivisti e picchiarono il loro autista.

In seguito apprese che il KKK aveva intenzione di ucciderla quella notte e quando si accorsero di aver fallito uccisero altri tre attivisti.

Oggi, a 83 anni, Joan continua a partecipare alle attuali cause per i diritti civili. "Non sto più marciando", ha detto. "Le mie ginocchia sono state operate troppo. Ma posso dare dei segnali. Posso offrirmi di ospitare persone in casa mia".


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