Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
28 agosto 2025
tutti gli speciali

UE: un grande successo dietro le spalle
di Elisa Fontana

Ricordate sicuramente le parole della ineffabile Ursula Von del Leyen all’indomani dell’accordo scozzese con Trump “questo accordo è un successo che porta prevedibilità alle aziende europee e stabilità per milioni di posti di lavoro”. Un tentativo miseramente propagandistico di venderci una disfatta economica e politica caldeggiata da Meloni e Merz per un accordo trionfale, in realtà totalmente sbilanciato a favore degli USA.

La cara Ursula ci cantava le lodi della sicurezza per le imprese e della stabilità dei posti di lavoro che l’accordo garantiva. Certo, dimenticava di menzionare i posti di lavoro che si perderanno con questo accordo capestro, ma non possiamo star lì sempre a sottilizzare.

Bene, dopo questi splendidi peana di vittoria, questa sublimazione della forza della UE e delle meravigliose sorti che sicuramente ci attendevano, è arrivato quel guastafeste di Trump a rompere le uova nel paniere del trionfalismo dei naufraghi.

Ieri, il grande amico Trump, l’uomo “del più grande accordo di sempre” ha scritto un post sul suo social Truth che sembra davvero una lettera estorsiva che qualunque mafioso potrebbe scrivere. Sentite che prosa soave: “In qualità di presidente degli Stati Uniti, mi opporrò ai paesi che attaccano le nostre incredibili aziende tecnologiche americane. Le tasse digitali, la legislazione sui servizi digitali e le normative sui mercati digitali sono tutte progettate per danneggiare o discriminare la tecnologia americana. Inoltre, scandalosamente, danno il via libera alle più grandi aziende tecnologiche cinesi. Questo deve finire, e finire ORA!”.

Questo è solo l’incipit, ovviamente, ma arriviamo alla minaccia del gangster: “Avverto tutti i paesi con tasse, leggi, norme o regolamenti digitali che, a meno che queste azioni discriminatorie non vengano rimosse, io, in qualità di presidente degli Stati Uniti, imporrò dazi aggiuntivi sostanziali sulle esportazioni di quel paese verso gli Stati Uniti e istituirò restrizioni all'esportazione sulla nostra tecnologia e sui nostri chip altamente protetti”.

E così, raccolte le lamentele delle Big Tech statunitensi contro la legislazione europea che negli ultimi anni ha cercato di mettere paletti chiari al loro strapotere, il caro amico Trump ci notifica che se non faremo i desiderata delle Big Tech “il più grande accordo di sempre” sarà pura e semplice carta straccia, mentre attendo di sapere che fine ha fatto il famoso bazooka economico europeo contro i capricci di Trump di cui sento parlare da mesi invano.

Non spendo nemmeno una sillaba per sottolineare l’ovvio, cioè la totale inaffidabilità di un gangster prestato alla politica e mi verrebbe di non sprecare parole nemmeno su VDL, vista la conclamata inadeguatezza e inconsistenza politica della medesima. Vorrei solo chiedere a Merz cosa pensava di ottenere facendo piegare tutta la UE ai diktat di una persona su cui non si può fare affidamento, che ti cambia le carte in tavola senza battere ciglio e che ti ignora oggi gli accordi firmati ieri, pretendendo che la UE rinunci a regolamentare e tassare il settore digitale.

A Meloni, che insieme a Merz ha caldeggiato la resa incondizionata dell’Europa, non ho nulla da chiedere, perché è stato chiaro fin dal primo momento che il suo unico scopo era solo quello di assecondare l’amico Donald in quella spasmodica e propagandistica ricerca della incoronazione a ponte fra USA e UE, in cui quel che le interessava era solo di compiacere l’amico Donald e non certo le sorti europee e, dunque, anche italiane.

Questa è la “politica” che persegue la presidenterrima, paga e soddisfatta se Donald la fa sedere alla sua destra a cianciare di art. 5 per l’Ucraina, tanto poi abbiamo visto tutti in che considerazione tiene questi profondi consigli.

Piccola nota finale: mentre noi lisciavamo il pelo a Donald, il Canada con la sua ferma opposizione ai dazi USA ha ottenuto l’esenzione per moltissimi prodotti canadesi per cui l’aliquota media dei dazi scende dal 15% al 5,6%. Era davvero un grande successo il nostro accordo, vero Ursula?


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale