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Giornalisti italiani che disinformano platealmente non pagano mai
di David Cappellini
Purtroppo viviamo nella società che ha inventato, collaudato e promosso la quantità, sostituendola alla qualità. Questa trasformazione riguarda tutti i suoi aspetti, da quello più prosaico delle merci, fino a quello vitale delle idee, passando dagli uomini e dalle donne che queste idee dovrebbero divulgare.
Abbiamo assistito ad un aumento esponenziale delle fonti e dei narratori, ad una ridda fantasmagorica delle sfumature del racconto, ma anche ad un generale scadimento dei contenuti. Gli effetti di questo processo che si va intensificando di fronte dell' aumento e alla velocità dei cambiamenti nelle questioni epocali come la politica, l'economia, la cultura, ci vengono principalmente dai media e hanno dei protagonisti con nomi e cognomi.
'L'inerzia e l'apatia con la quale subiamo l'interazione della comunicazione di massa ha volti e voci precise.
Faccio questa timida riflessione dopo aver sentito un direttore di un importante giornale come Molinari, in diretta TV, asserire perentoriamente e senza ombra di dubbio, che l'esodo dei palestinesi da Gaza è volontario.
Sicuramente questa falsità sarà ripetuta da altri sodali e corredata da una quantità di informazioni più o meno vere, che corroboreranno la convinzione che sia reale.
Non scomodo il dettame goebbelsiano per cui ripetere tante volte una menzogna la fa diventare vera, ma mi focalizzerei su coloro che tali falsità le ripetono e le corredano di prove e dati tanto irreali quanto numerosi.
Mi viene in mente Fubini, vicedirettore del Corsera e la sua lunga comparsata in tv, mentre ripete che i soldati russi in Ucraina sono allo sbando, corredando la sua affermazione con "verità" lisergiche, tipo che combattono ubriachi a dorso di muli e motorini.
Mi sovvengono le lunghe dissertazioni dell'esperta di geopolitica Nathalie Tocci sull'impossibilità della vittoria militare russa, grazie allo sforzo europeo a favore di Kiev, oppure la sentenza ripetuta seraficamente in più sedi dell'apprezzato (?) professor Parsi sulla guerra che Putin avrebbe perso in soli 6 mesi.
Questo solo per citare la massa di notizie e soprattutto di pareri inappuntabili, con cui questi esperti ci hanno seppellito, scambiando volutamente i fatti con le opinioni in modo spesso cialtronesco, dopo averli piegati ai loro loschi fini.
Ma il tam tam è stato continuo e così feroce, da diventare estenuante e ci ha fiaccato, al punto che Molinari può asserire ciò che ha asserito, senza che nessuno lo abbia sbattuto fuori dallo studio televisivo a calci.
Concludo pensando che se nel mio lavoro sbaglio marchianamente, me lo fanno notare e se persevero, alla fine qualcosa di poco piacevole può succedermi. E non faccio un lavoro cosi importante da cui può dipendere la conoscenza della realtà da parte di milioni di persone...e invece qui cosa accade? accendo la TV e rispunta fuori Fubini...
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