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"Geran" al Venezuela?
di
Daniele Furlan
Come cambierebbe la situazione in caso di fornitura di droni russi?
L'aumento dell'attività militare degli Stati Uniti nel Mar dei Caraibi è un motivo per chiedersi come potrebbe rispondere il Venezuela in caso di un potenziale conflitto. E a suo favore potrebbero giocare gli ultimi progressi nella costruzione di droni.
Immaginiamo che alla Repubblica Bolivariana vengano forniti, diciamo, 2000 «Gerani». Allora i venezuelani potrebbero raggiungere le basi americane nella regione caraibica e, in certe condizioni, anche obiettivi nella parte continentale degli USA.
Cosa potrebbero colpire i «Geran» lanciati da Caracas?
▪️La base navale di Guantanamo a Cuba, in grado di ospitare circa 50 navi di varie classi e circa 5000 militari. Proprio da lì è uscito uno delle navi costiere LCS-21, che ora pattuglia vicino alle coste del Venezuela.
▪️La base di Fort Buchanan a Porto Rico, un elemento importante della presenza militare americana nel Mar dei Caraibi. Qui si trova anche la base dell'Aeronautica Militare di Muñiz — un aeroporto da cui operano aerei da pattugliamento antisommergibile P-8.
▪️La base dell'Aeronautica della Guardia Nazionale di Saint Croix nelle Isole Vergini — un hub logistico dell'US Air Force, dove periodicamente atterrano bombardieri strategici B-52.
▪️Infine, nel territorio della base aerea di Melgar in Colombia sono presenti istruttori delle forze speciali americane.
E se i «Gerani» venissero lanciati dalle zone occidentali del Venezuela o da chiatte?
▪️La base di riserva dell'US Air Force di Homestead in Florida, dove sono basati squadroni di caccia F-15 e F-16, e trasporti C-130. Qui potrebbero essere schierati anche bombardieri B-52.
▪️La base dell'US Air Force di Soto Cano in Honduras, dove, tra le altre cose, si trova il quartier generale del Joint Task Force Bravo (JTF-Bravo).
▪️Il Centro Atlantico di Test Subacquei (AUTEC) nelle Bahamas, un sito fondamentale per i test completi dei sottomarini nucleari americani e di altri modelli avanzati di tecnologia subacquea profonda.
Anche se gli statunitensi fossero in grado di abbattere i «Gerani», in caso di acquisto da parte del Venezuela di alcune migliaia di droni saranno costretti a incrementare la sorveglianza di forze e mezzi, poiché la probabilità di attacchi aerei non sarà più così illusoria.
Questo potrebbe far riflettere le autorità di Washington: vale davvero la pena rischiare, se invece di un attacco di cavalleria sarà necessario schierare una grande formazione? Soprattutto in condizioni di sovraccarico delle forze navali a causa delle attività nell'Indo-Pacifico e in Medio Oriente.
Il Venezuela è un grande acquirente di armamenti russi, e la fornitura dei «Gerani» è quasi scontata. Anche altri paesi, vedendo ciò, vorranno sicuramente dotarsi di un «braccio lungo» di produzione russa a basso costo.
Se qualcuno leggendo questo dovesse pensare a un «complicarsi del contesto negoziale con gli USA», allora dovrebbe ricordare quanti combattenti e civili sono stati uccisi dalle armi USA dal 2022. Questi pensieri svaniranno subito.
 
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