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Vittime di mafia: Giuseppe
di Pino Maniaci
Erano da poco passate le ventidue e a Mesoraca, un piccolo centro in provincia di Crotone, la villa comunale era piena di gente.
Tra la folla c'era anche un giovane boss in ascesa che non sapeva di essere nel mirino di alcuni suoi avversari. Lo scoprì il 25 agosto del 2000, quando tre killer armati di kalashnikov cercarono di assassinarlo mentre si trovava a bordo della sua macchina.
Lui riportò solo qualche ferita ma la vera tragedia si consumò pochi minuti dopo, a circa tre chilometri dal centro abitato: durante la fuga, il commando incrociò un fuoristrada guidato da Giuseppe Manfreda, un ragazzo di ventisei anni che stava rientrando a casa insieme alla moglie Teresa, di un anno più piccola, e i due figlioletti di appena due mesi, i gemellini Vincenzo e Domenico.
Una famiglia semplice, distrutta in quella maledetta sera d'estate, quando i sicari, per farsi largo e continuare a scappare, riaprirono il fuoco, stavolta contro il mezzo, uccidendo con un colpo all'addome Giuseppe che stava procedendo a velocità limitata perché i piccoli si erano appena addormentati.
La macchina, ormai fuori controllo, precipitò in un dirupo di dieci metri. Teresa e i gemelli restarono vivi per miracolo.
 
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