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L'estate nelle paludi di Fucecchio
di
Rinaldo Battaglia *
Solo 11 giorni dopo il massacro di Sant’Anna di Stazzema, il 23 agosto 1944 nelle Paludi di Fucecchio, nel comune di Larciano a neanche 80 km, il demonio si svegliò nuovamente con la sua corte di assassini e delatori, vestiti di nero colore.
Fascisti del posto, in parte con la divisa nazista ma riconosciuti ugualmente da alcuni superstiti, condussero nella zona delle paludi i soldati della 26a Panzer Division del maggiore Josef Strauch. A loro dire, lì nascoste dovevano essere alcune bande partigiane, pronte all’azione.
L’ordine alla truppa fu chiaro: uccidere tutti senza pietà. Anche donne e bambini se presenti in palude, in quanto di certo erano collaboratori o di aiuto ai nemici.
Ma la soffiata era in parte falsa, in gran parte esagerata.
Alla fine fu un massacro, non avendo trovato resistenza: 174 morti di cui 27 bambini, 63 donne e 84 uomini quasi tutti vecchi.
Erano famiglie di contadini, nella stagione del massimo lavoro agricolo.
Nel processo di Firenze del settembre ‘48 fu documentato come allora meglio si potesse, sentendo come teste i sopravvissuti. Questi parlarono di due ragazze violentate e di come Sereno, il fratello storpio, le difese prima di esser preso e impiccato sul posto, legato a una trave del granaio.
Parlarono Marcella ed Elena, salvatesi quando le S.S. entrarono in casa loro sparando a tutti solo perché i corpi dei loro familiari, cadendo, le coprirono.
Furono 9 i martiri in quella casa.
Parlarono di Antonio, che aveva solo 27 mesi, che poco lontano piangeva disperato, vicino alla mamma Annunziata uccisa. Un soldato risolse il problema: gli spaccò la testa col calcio del fucile e lo mandò a raggiungerla.
Intere famiglie di contadini vennero derubate di tutto il derubabile: finito il colpo, ai capifamiglia fu dato l’ordine di scavare le fosse per loro e per i loro cari. Fu così che finirono le famiglie Pieri, Borghini, Masini, Lelli.
Poco lontano stesso destino per la famiglia Silvestri. Morirono Ada e la figlia Giuliana di 16 anni, Armida e la sorella Gelsomina che teneva vicino Giuseppe di 9 anni e Rosella che aveva da poco iniziato a camminare. Alcune testimonianze in sede giudiziaria parlarono addirittura di un atto di necrofilia a danno del corpo di Anita (Anita Silvestri).
Parlarono di scene di violenza sadica come nei confronti dell’anziana cieca e sorda Maria Faustina Arinci che venne fatta esplodere con una bomba a mano infilata in una tasca del suo grembiule.
Tutte le vittime furono ritrovate dai familiari o dai parroci della zona, mentre in un primo momento furono gli stessi tedeschi a caricare alcuni corpi sui camion per ammassarli in improvvisate fosse comuni.
Certa e documentata fu la presenza di fascisti locali, soprattutto nell’area dell’Anchione, che collaborarono con i tedeschi visto che la zona era ricoperta da una folta e alta vegetazione lasciata così appositamente dalla popolazione come protezione da eventuali rastrellamenti. Servivano dunque delle guide. Ma fascisti locali che operarono attivamente risultarono presenti anche nell’area monsummanese e nel larcianese secondo le testimonianze dei sopravvissuti.
Chi ha desiderio di capire cos’è stata la nostra guerra civile ‘43-’45 approfondisca la strage leggendo 'L’estate del 1944. Padule di Fucecchio di Giuseppe Fagni, ripreso anche da R. Cardellicchio'.
È scritto pure che la prima condanna – l’unica – al maggiore Strauch datata 29 gennaio 1950, peraltro irrisoria se non offensiva (tre anni di carcere per 174 vittime), non venne eseguita e il fascicolo poi dimenticato nel solito 'armadio della vergogna', quello ritrovato miracolosamente solo nel 1994, 50 anni dopo.
Strauch morirà tranquillo nel 1970.
Questo è stato il fascismo di Mussolini, il politico italiano più importante – qualcuno oggi dice o ha detto di recente – del secolo scorso.
Ma la narrazione politica è diversa dalla Storia. Ed è questa che è importante. Tutto il resto è del demonio, fa solo male.
Del resto un grande storico tedesco quale Michael Ende, grande studioso anche del nostro fascismo, amava dire che:
"Quando si tratta di controllare gli esseri umani non c’è miglior strumento della menzogna. Perché, vedete, gli esseri umani vivono di credenze. E le credenze possono essere manipolate. Il potere di manipolare le credenze è l’unica cosa che conta".
23 Agosto 2025 – 81 anni dopo - liberamente tratto dal mio ‘La colpa di esser minoranza’ - Ed. AliRibelli - 2020
* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
 
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