Sudafricani in piazza: fermare carbone verso Israele
di Anna Carla Amato

Questa settimana sono scoppiate proteste in diverse città sudafricane, chiedendo al governo di interrompere immediatamente tutte le esportazioni di carbone verso "Israele" a causa della guerra in corso contro Gaza.

I manifestanti hanno esposto striscioni con la scritta "Glencore alimenta il genocidio" e "Niente carbone dal Sudafrica a Israele, vietate le esportazioni di carbone per genocidio".

Le proteste si sono svolte in importanti città, tra cui Pretoria, Durban e Città del Capo, dove i dimostranti si sono radunati davanti agli uffici del Dipartimento del Commercio, dell'Industria e della Concorrenza, chiedendo al governo di vietare alle compagnie carbonifere di rifornire l'occupazione.

Iqbal Jassat, dirigente senior del gruppo di ricerca Media Review Network con sede a Johannesburg, ha dichiarato all'agenzia Anadolu: "È scandaloso che tonnellate di carbone esportate dal Sudafrica al regime coloniale stiano alimentando il massacro dei palestinesi".

Ha criticato il governo sudafricano per aver ritardato l'azione, affermando che dovrebbe agire con decisione e per principio.

Nel frattempo, Mametlwe Sebei, presidente del General Industries Workers Union del Sudafrica, ha sottolineato la contraddizione politica. "Come Paese che ha portato 'Israele' alla Corte Internazionale di Giustizia, non possiamo continuare a fornire carbone a Israele, uno Stato che alimenta la sua rete elettrica e il suo complesso militare-industriale, utilizzati per il genocidio".

Il Sudafrica ha intentato una causa contro "Israele" presso la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia alla fine del 2023, accusandolo di aver violato i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul Genocidio del 1948 con la sua guerra a Gaza. Il caso ha segnato una significativa escalation legale e ha galvanizzato l'opinione pubblica in tutto il Paese.

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