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Leoncavallo patrimonio di tutti
di Santina Sconza
Per la Soprintendenza delle belle arti di Milano,
i graffiti dello spazio Dauntaun all'interno del Leoncavallo sono “sottoposti a tutela ope legis, ai sensi del combinato disposto degli artt. 11 e 50 del D.Lgs. 42/2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”.
E i graffiti “non solo non possono essere deturpati o danneggiati, ma non possono essere staccati, e per estensione distrutti" senza la sua autorizzazione.
Per Sgarbi uno dei più grandi studiosi di arte, quando era assessore alla Cultura del comune di Milano, definì le opere all'interno del centro sociale Leoncavallo "la Capella Sistina della Contemporaneità".
I proprietari dello stabile prima di abbattere quel centro per costruire uno dei palazzacci di Milano dovranno vedersela con la Soprintendenza.
Sono opere dei più famosi street artist milanesi il Gary Coleman di Zibe, le opere di Vandalo, Teatro, Shah, Ozmo, Pao, Microbo, Robot inc – 2501, Atomo, Bo130, Tvboy, Nais, Seacreative e tanti altri.
L'arte è patrimonio artistico dell'umanità e Leoncavallo è patrimonio di tutti.
Leoncavallo non è un covo fascista ma centro di cultura e di arte frequentato da Fausto e Iaio vittime di killer fascisti.
I due diciottenni Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci furono due militanti del centro sociale, la loro vita fu stroncata il 18 marzo 1978, la loro colpa indagavano su chi spacciava droga.
 
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