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Articolo 5: Meloni agita la bacchetta magica
di Elisa Fontana
Pare che Giorgina stia cavalcando a spron battuto l’ipotesi di fare accordare all’Ucraina un simil art. 5 della Nato in caso di attacco dall’esterno, a garanzia di Kiev e della sua sicurezza. Ma vogliamo leggerlo questo art.5 che sembra la panacea a tutti i mali e la strada più ovvia verso la pace?
Eccolo:
“Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall'art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.”
Dunque, in caso di attacco dall’esterno non c’è obbligo per nessuno di intervento armato, ciascuno nella sua libertà e sovranità intraprenderà “l’azione che ritiene necessaria” che può andare dallo sganciare una bomba atomica ad un cortese ma annoiato sbadiglio. Per cui, credo che l’uso di questo benedetto art.5 sia oltremodo strumentale e propagandistico, cosa che non meraviglia affatto vista la fonte da cui proviene.
Adesso, in sovrappiù, indiscrezioni diplomatiche parlano di un art.5 che prevederebbe, in caso di attacco della Russia, che l’Ucraina possa chiedere l’attivazione dei Paesi amici entro 24 ore. Dunque, dovrebbe essere creata una simil-Nato, composta da Paesi “volenterosi” che si impegnano a supportare Kiev in caso di attacco russo. Come? “Ciascuno con l’azione che ritiene necessaria” o mandando truppe sul campo?
Non sono domande banali e le risposte potranno essere gravide di pesanti conseguenze. Senza contare che la Russia, contraria da sempre ad una entrata dell’Ucraina nella Nato, si acconcerebbe ad accettarne una dentro una simil-Nato? La vedo dura.
E, ancora, chi potrebbe garantire a Kiev questo accordo in tempi in cui gli organismi internazionali di garanzia vengono calpesti e derisi, a cominciare dall’Onu? Chi garantisce a Kiev che il Paese che oggi firma l’ipotetico accordo, domani avrà voglia di onorarlo?
Purtroppo, quando si comincia a picconare un ordine internazionale faticosamente costruito in decenni, non basta citare a pappagallo l’art.5 per far credere di aver trovato la bacchetta magica che sistema ogni cosa.
Perché, quando si comincia a picconare è facile essere travolti da quelle macerie che scientemente, ma stoltamente si stanno producendo. E’ la fine certificata di tutti gli apprendisti stregoni.
 
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