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Convivenza pacifica è utopia?
di Lionello Fittante
Cerchiamo di essere onesti e dirci, fuori dalle banalità, come stanno le cose.
Chi può con onestà pensare che, se pure si raggiungesse un accordo tra Hamas e il governo di Israele, qualunque accordo, qualunque cosa possa prevedere, ciò segnerebbe la fine dell'odio tra israeliani e palestinesi?
Chi può pensare che con un tratto di penna da un lato i cittadini israeliani possano soprassedere su quanto avvenuto il 7 ottobre? Ma dall'altro chi può credere che, sempre con un tratto di penna, i cittadini palestinesi potranno andare oltre ad un'occupazione ultradecennale delle proprie terre, ad un genocidio continuo e indisturbato (pardon, non genocidio, diciamo sterminio. È meglio?), all'uccisione di 60.000 civili (ma forse di più) tra cui migliaia di bambini? L'odio accuratamente coltivato per decenni, e inasprito negli ultimi due, con modalità infami, può terminare con l'inchiostro su un foglio di carta, pur ammesso che poi si rispettasse quanto scritto?
Diciamocelo chiaro e tondo: dovremo scontare per altre decine di anni l'odio coltivato. Dovremo aspettarci persino atti di terrorismo (vili, ovviamente, ma non sorprendenti) persino in occidente, perché visto, a buon ragione direi, come complice dello sterminio in atto. Israele viola da anni sistematicamente ogni risoluzione ONU, viola da anni il diritto internazionale, ormai pratica lo sterminio e usa la fame quale strumento di guerra. E ciò è ormai evidente e conclamato da tutti.
La discussione non è se Israele compia o meno uccisione di civili inermi, ma se si può chiamare genocidio o 'semplice' sterminio. E Israele può fare quello che fa perché nessuno ha mai protestato, nessuno ne ha preso le distanze, nessuno lo ha impedito, nessuno ha elevato sanzioni. Anzi, chi critica è antisemita.
Il mondo occidentale è quindi, nei fatti, effettivamente complice. Chi può stupirsi se domani qualcuno se la prenderà con il 'civile' occidente? Oggi Israele occupa nuovi ulteriori territori in Cisgiordania, dove già esistono insediamenti illegali, dichiarati come tali dall'ONU. E il mondo occidentale balbetta, e non fa nulla.
Qualunque accordo, il più ampio che fosse, non cancellerà l'odio che è il sentimento più coltivato. Non c'è praticamente un solo palestinese che non abbia un figlio, un padre, una madre, un parente, un amico che non sia stato ucciso. Come può un tratto di penna cancellare tutto questo orrore?
Ormai non c'è più spazio per 'due popoli due Stati'. Non possono esistere, coesistere, temo, due Stati, in eterno allerta reciproco. Non c'è spazio per uno Stato palestinese in quelle terre ormai. Ma francamente non c'è spazio neanche per uno Stato israeliano. In base a cosa, del resto, in definitiva quelle terre devono ospitare Israele? È scritto nelle tavole? Ci vorrebbe uno Stato 'extraterritoriale', non governato né da israeliani né da palestinesi (chiarisco, trattasi di paradosso), ma da una autorità terza, riconosciuta, credibile, affidabile, autorevole. Ma neanche questa esiste. Non lo è in quelle terre neanche L'ONU.
Quindi diciamocelo senza infingimenti: gli accordi che, ci si augura, arriveranno, non metteranno fine ad un bel niente. E l'occidente, tronfio dei propri sacri valori, dovrà mettere in conto che potrebbe essere chiamato a pagare il suo.
L'occidente è complice. I governi occidentali o lo sanno e non lo dicono, o non lo sanno quindi incapaci.
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