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Razionati o negati: giornata mondiale degli aiuti umanitari
di Rita Newton
Si celebra oggi la Giornata mondiale degli aiuti umanitari.
Mai come quest'anno la ricorrenza mostra le contraddizioni che su questo tema alcuni Stati hanno creato sulla base della loro convenienza e ferocia, alterando uno schema che esisteva (e resisteva) da decenni, seppure con tutti i suoi difetti.
In questo senso, gli aspetti che emergono e che in particolare l'assedio a Gaza ha esasperato sono due: quello del sacrificio degli operatori umanitari (nel 2024 il numero record di 383 morti, più di uno al giorno, di cui circa la metà a Gaza) e quello della gestione disumana degli aiuti, che si tratti di generi alimentari o sanitari.
Per quanto riguarda il primo, non è più rispettata la sacralità del ruolo dei sanitari e altri operatori, ma - in barba al diritto internazionale umanitario - vengono prese tranquillamente di mira le ambulanze, gli ospedali e i centri delle agenzie ONU come UNRWA e altre.
Riguardo al secondo, ben sappiamo come a Gaza gli aiuti umanitari siano stati non solo razionati crudelmente, ma persino usati per attirare prede cui sparare come nel tiro al piccione, con coloni che fermavano i pochi tir lasciati passare e rovinavano il contenuto, mentre i sionisti davano la colpa ad Hamas.
Alla fine si è arrivati alla negazione totale del cibo alla popolazione decimata, con decine di bambini morti per inedia imposta.
Ma anche pochi anni prima, gli aiuti erano stati oggetto di trattativa politica, come quando dopo il terremoto che colpì la Turchia e la Siria a febbraio 2023, diversi politici anche di sinistra italiani ed europei fermarono per molto tempo gli aiuti a Damasco per non favorire, secondo loro, il regime di Assad.
Non a caso, anche i media parlavano solo di terremoto in Turchia e solo poche ONG spingevano per soccorrere la popolazione colpita, mentre Mosca mandò i suoi aiuti indipendentemente dalle decisioni degli altri.
Insomma, quella che dovrebbe essere la massima espressione della solidarietà internazionale verso i più disperati, per la quale tante persone al mondo si impegnano lungo la filiera che precede il caricamento sui tir, è divenuto ad opera di pochi lo strumento di un crudele ricatto.
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