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18 agosto 2025
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Morti di taser
di Rita Newton

Ieri a Olbia, in Sardegna, un 57enne che dava in escandescenze, aggredendo i passanti e i Carabinieri intervenuti, è stato bloccato da questi ultimi usando un taser ed è poi morto in ambulanza.

Il 15 agosto 2023, in provincia di Chieti, un uomo di 35 anni pure morì in ambulanza dopo essere stato colpito con un taser dai Carabinieri, intervenuti sul posto dato che lui, in evidente stato di alterazione, correva nudo.

Il Taser fu fornito alle forze dell'ordine italiane dal 14 marzo 2022, cominciando con 18 città, fra cui tutte le città metropolitane. Nell'occasione vennero fornite agli agenti 4.482 armi ad impulso elettrico con la motivazione, da parte dell'allora ministra Lamorgese, che questo tipo di arma "riduce i rischi per l'incolumità del personale".

Ma molte erano e restano le perplessità per chi si occupa di diritti umani e guarda ai dati dei paesi che già da molto tempo adottano questo tipo di armi, il cui impulso elettrico ha lo scopo di bloccare temporaneamente (così dovrebbe essere) i muscoli con cui viene in contatto.

Un primo allarme viene dal rischio di morte per chi viene colpito: i casi di decesso registrati in Gran Bretagna sono in crescita mentre in Texas, in 20 anni di utilizzo, ci sono stati 1000 morti. Infatti, a parte la tragica eventualità che il destinatario dell'impulso elettrico abbia uno stimolatore cardiaco, gli effetti del taser possono essere amplificati dall'aver assunto alcool o droghe o da stati alterati determinati da sforzo o da malattie pregresse.

L'altra preoccupazione riguarda l'abuso che non di rado viene fatto di quest'arma, visto che studi hanno accertato che in paesi dove è in uso, buona parte delle persone colpite da taser e poi morte era già ammanettata o era disarmata (come l'uomo deceduto). Molte di queste erano persone con problemi mentali che stavano avendo una crisi, come probabilmente la vittima in questione. Si sono registrati anche casi in cui il taser è stato usato più volte consecutive e/o in modo prolungato sulla stessa persona.

Sebbene il ministero degli interni italiano abbia a suo tempo garantito che il personale destinatario dell'arma sarebbe stato formato, occorre dire che vi sono situazioni particolari in cui l'alterazione della persona per malattie mentali croniche o temporanee o per assunzione di sostanze dovrebbe richiedere l'intervento sul posto di un medico. In pratica l'ambulanza andrebbe chiamata prima e non dopo l'uso del taser.

Infatti la mancata obbedienza della persona fuori di sé alle intimazioni degli agenti di cessare il comportamento illecito e di consegnarsi non può essere considerata volontaria e viceversa la persona potrebbe versare in condizioni tali da aumentare il rischio di gravi conseguenze in caso di uso del taser. Per esempio alcune crisi alterano la respirazione e il battito cardiaco.

Per una situazione analoga la Corte dei diritti dell'uomo condannò la Francia per non aver formato adeguatamente il personale di polizia nell'applicazione dei protocolli atti a bloccare una persona in crisi mentale sapendo che lo stato alterato è un fattore di rischio. Ma intanto un uomo era morto. Come adesso.


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