 |
Deserto fiorito è di nuovo un deserto
di Santina Sconza *
Non tutti conoscono questo paese della provincia di Enna, per andare a Centuripe bisogna fare una strada tutta piena di curve ma quando arrivi ti accorgi che è una bella cittadina che merita di essere visitata per la sua storia molto antica e per i famosi Calanchi di Cannizzola.
In questa cittadina vive Francesco Capizzi, un imprenditore agricolo, insieme alla comunità locale valorizza in chiave turistico-ambientale l’intera meravigliosa area dei Calanchi del Cannizzola, valli strette e profonde, con versanti ripidi e brulli, conosciute nel mondo come “il deserto di Sicilia”.
Incentiva così il turismo sostenibile dando occupazione ai giovani che altrimenti sarebbero costretti a lasciare il paese.
Francesco Capizzi dà fastidio soprattutto a chi non vuole che Centuripe diventi una cittadina dove il turismo sia fonte di legalità e di onestà.
Il progetto “Deserto Fiorito di Sicilia” è andato in fumo ed ha trasformato in cenere ettari di paesaggio rigenerato con anni di impegno, passione e visione di un futuro migliore per i giovani. Gli incendi sono avvenuti il 9 giugno e il 31 luglio.
A denunciare con profonda amarezza quanto accaduto è proprio lui, Francesco Capizzi: “Sono demoralizzato. È difficile trovare le parole quando vedi andare in fumo quello che hai costruito passo dopo passo, insieme a tante persone, con amore, fatica e speranza. I Calanchi del Cannizzola oggi sono una ferita viva. Il fuoco non ha solo bruciato gli ulivi, le arance e il paesaggio: ha colpito il senso stesso del nostro lavoro. Ma non ci arrendiamo. Questa terra è resiliente, e noi con lei”, ha dichiarato dopo aver documentato in un video il disastro ambientale.
“Chi incendia il territorio – ha aggiunto Capizzi – colpisce la possibilità di futuro. Brucia la bellezza, il lavoro, la dignità. Chiediamo con forza alle istituzioni: dov’erano i presidi? Dov’era la prevenzione? Dov’è il rispetto per chi resta e ricostruisce?”.
In Sicilia accade molto spesso che questi incendi sono di origine dolosa, spesso perché si vuole trasformare quel terreno per pascolo, oppure per far altro.
La comunità del Deserto Fiorito lancia ora un appello pubblico: è urgente cambiare passo, investire davvero nella cura dei territori, rafforzare la prevenzione, proteggere chi vive e lavora nelle aree interne, spesso abbandonate e ignorate dalle politiche pubbliche.
Perché i politici siciliani che dovrebbero garantire l'incolumità del territorio e delle persone lasciano che dei malfattori bruciano i terreni e la Sicilia, perché ancora una volta chi governa questa martoriata Sicilia si assicurerà lo stipendio strizzando l'occhio e facendo patti con chi è portatore di voti, lasciando imprenditori in balia della mafia.
 
Dossier
diritti
|
|