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15 agosto 2025
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"Nè con Israele nè con la resistenza": ipocrisia criminale degli equidistanti
di Alessandro Ferretti

Ancora oggi, dopo due anni in cui Israele ha mostrato di quali crimini orrendi sia capace, c'è ancora chi equipara lo stato israeliano e la resistenza palestinese e attribuisce la responsabilità del genocidio in corso ad entrambe le parti.

Secondo questa interpretazione il sette ottobre non è stato un atto di resistenza ma un assalto a freddo, motivato da bieco calcolo politico e/o da pura cattiveria e odio immotivato da parte di tagliagole professionisti, e chiunque abbia espresso approvazione per quell'atto o vicinanza in qualsiasi forma a qualche fazione della resistenza è esso stesso complice di terrorismo e magari giustiziabile a piacimento.

Un proverbio dice "prima di giudicare una persona, cammina con le sue scarpe", quindi chiediamoci: in che contesto è maturato il sette ottobre? Com'era vivere a Gaza prima di quel giorno? Quali erano le modalità e le conseguenze del controllo completo esercitato da oltre diciotto anni da Israele sui confini della Striscia?

Israele nel 2007 ha preso il pieno controllo di tutti i valichi di Gaza (in collaborazione con l'Egitto) limitando drasticamente i permessi di uscita. Nel 2023, meno di millesettecento persone al giorno potevano recarsi a lavorare in Israele, contro le ventiquattromila di prima del 2000. Addirittura i permessi per cure mediche vitali erano frequentemente ritardati o rifiutati: tra il 2008 e il 2021, 839 persone bisognose di cure urgenti erano morte a causa della mancata autorizzazione israeliana a uscire dalla Striscia. Oltre a ciò, Israele aveva vietato la costruzione di un porto funzionante e raso al suolo l'aeroporto di Gaza, soffocando pesca e comunicazioni.

Le esportazioni da Gaza (l'85% dirette a Israele e Cisgiordania) erano severamente limitate. Nel 2023, solo 607 camion/mese esportavano merci, contro i 1.064 di prima del 2007.

Israele vietava o limitava severamente l'ingresso di molte merci di prima necessità (cibo incluso) e in particolare di materiali essenziali per le attività produttive come cemento, fertilizzanti, macchinari pesanti e persino apparecchiature mediche (es. raggi X), paralizzando la realizzazione di infrastrutture e l'economia in generale.

Gaza riceveva solo 4-6 ore di elettricità al giorno. Israele, fornitore dell'80% dell'energia, interrompeva a piacimento anche queste parziali forniture. Il 97% dell'acqua del sottosuolo di Gaza non è potabile, quindi Gaza dipendeva interamente dall'elettricità controllata da Israele (e interrotta a piacimento) per far funzionare depuratori e desalinizzatori.

Come se non bastasse, periodicamente Israele si premurava di bombardare Gaza. Dal 2007 al 2023, Israele aveva lanciato su Gaza ben sei campagne militari massive, per un totale di quasi cento giorni di bombardamenti, durante i quali aveva sganciato oltre 30.000 tonnellate di bombe, ammazzato 4.000 palestinesi (di cui il 40% donne e bambini) e distrutto circa 40.000 case, lasciando decine di migliaia di famiglie senza tetto (anche a causa dell'impossibilità di ricostruire, stante il blocco dei materiali da costruzione).

A causa di questo asfissiante blocco economico e delle campagne militari, per moltissimi la vita a Gaza era a livello di mera sopravvivenza. Il tasso medio di disoccupazione a Gaza prima del 7 ottobre era del 45%, tre volte tanto quello della Cisgiordania: ma ciò che sconvolge di più è che la disoccupazione arrivava al 70% tra i giovani e tra i laureati. Ben 200.000 laureati gazawi erano senza lavoro: un dato che non ha eguali, neanche lontanamente, in nessun altro luogo al mondo: il secondo paese in questa lista è l'India con il 29% di laureati disoccupati, in Italia siamo al 3,4%, oltre venti volte in meno.

La conseguenza di tutto questo cumulo di crimini israeliani è che oltre l'80% della popolazione di Gaza viveva sotto la soglia di povertà (incluse quindi centinaia di migliaia di persone che avevano un lavoro) e dipendeva dagli aiuti umanitari per la mera sopravvivenza.

"Ma i palestinesi dovevano protestare in modo civile e non violento", declamano i sacerdoti dell'equidistanza. E allora, aggiungiamo a questo quadro anche la Grande Marcia del Ritorno del 2018-2019, il più grande movimento non violento di protesta mondiale degli ultimi settanta anni. Ogni venerdì, migliaia di persone (con picchi di decine di migliaia ) si autorganizzarono andando a manifestare contro la barriera che li separava dal resto del mondo con bandiere, canti, discorsi, iniziative culturali, musiche e poesie tradizionali e tentativi artigianali e simbolici volti a danneggiare e rompere la barriera stessa.

Israele rispose inondando le proteste con enormi quantità di gas lacrimogeni e di pallottole di gomma e schierando decine di cecchini armati con munizioni vere, che al sicuro nelle loro postazioni intrapresero una vera e propria campagna di tiro al bersaglio contro i manifestanti disarmati. Circa duecentocinquanta manifestanti vennero ammazzati (tra cui cinquanta minori) e oltre trentaseimila (tra cui quasi novemila minori) vennero feriti dall'esercito israeliano, che prese di mira in particolare migliaia di ginocchia dei manifestanti per renderli invalidi a vita. La protesta si esaurì dopo ottantasei settimane di lacrimogeni e pallottole, semplicemente perché praticamente nessuno mosse un mignolo per supportare e rilanciare in qualche modo le richieste dei manifestanti.. e tra questi ignavi ci sono anche i pelosi sacerdoti di cui sopra.

Quindi, per riassumere: i bambini nati a Gaza, se sopravvivevano ai periodici bombardamenti israeliani, avevano come prospettiva quella di essere poveri per tutta la vita, senza elettricità per tre quarti del tempo (quando andava bene), senza possibilità di venir curati in caso di malattie gravi, senza sbocchi professionali nonostante diplomi e lauree; costretti volenti o nolenti in un territorio oppressivamente dominato da remoto da uno stato criminale armato fino ai denti e che aveva come obiettivo principale quello di cacciarli via per sempre dalla loro terra tramite largo uso di varie forme di tortura collettiva e sistematica.

Il tutto con il pieno appoggio dei paesi più "democratici" del mondo e con il crescente appoggio dei paesi arabi, che nonostante queste atrocità avevano avviato processi diplomatici di piena normalizzazione dei rapporti con lo stato aguzzino, senza neanche chiedere il ripristino della legalità internazionale. In poche parole, nessun futuro e nessuna speranza che qualcuno intervenga per restituirglielo: la propria unica e irripetibile vita completamente condizionata dalla ferocia criminale di Israele dalla nascita alla morte, nell'indifferenza del resto del pianeta.

Davvero quindi troviamo incomprensibile che dopo decenni di questa vita ci sia stato un tentativo di reagire a questo destino infame? Davvero ci stupiamo che ci siano state persone nate e vissute in questo inferno in terra che abbiano gioito alla vista di israeliani colpiti e trascinati nella polvere? Ma soprattutto: chi ha la faccia tosta di giudicare questi atti e queste reazioni, ma cosa ha fatto durante i decenni in cui Israele ha costruito pezzo per pezzo il sette ottobre infierendo spietatamente su milioni di persone che avevano il solo "torto" di essere nate su una terra che i sionisti volevano solo per sè?

Mi rivolgo a te, che te ne sei fregato altamente di tutto l'enorme carico di sofferenze inflitte sui palestinesi nel corso di settantacinque anni di occupazione. Perché ti sei svegliato dal tuo sonno complice solo quando chi ha subito tali intollerabili crimini si è ribellato al suo destino? La risposta è semplice quanto ineluttabile: esprimi comprensione per i crimini israeliani perché ti identifichi in coloro che si sono costruiti una posizione di privilegio che costituisce la loro ragione di vita e sono disposti a qualsiasi cosa pur di mantenerla, e attingi a piene mani dal razzismo islamofobo per giustificare tale egoismo dando la colpa agli sfruttati e ai depredati.

In poche parole, perché sei un borghese nel senso più deteriore del termine, razzista fino al midollo e interessato solo a contemplare il tuo ombelico, privo di empatia e sentimenti umani.

È a causa di gente come te che il tessuto sociale che ti tiene in vita si sta sfaldando alla velocità della luce. Con la tua idiota egocentratura compiaciuta stai segando il ramo su cui sei seduto, e un giorno ne pagherai anche tu le conseguenze.

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