|  | Grecia: il popolo torna ad alzare la voce per la Palestinadi Rossella Ahmad
  
                    
Quasi un anno fa scrissi un post nel quale mettevo in evidenza la schizofrenia di cui dava prova la popolazione colonica della Palestina.  
Da una parte, i coloni della Palestina del '48, che  sempre più spesso facevano fagotto e, forti dei due passaporti  conservati ad libitum perché, come sappiamo, la  terra è Promessa ma fino ad un certo punto,  si riversavano in alcuni paesi europei, dove  iniziavano pericolosamente ad acquisire terre e proprietà. Invitavo questi  paesi a stare bene attenti e toccare ferro. Magari anche qualcos'altro. 
Tra di essi, uno dei quattro luoghi i che per me sono  casa, la Grecia. 
Una premessa.
Durante i primi mesi del genocidio, la voce della Grecia era stata inspiegabilmente tra le più timide. 
Parlo della popolazione, ovviamente. I governi sappiamo cosa siano.
Esclusa la voce potente di Varoufakis, poco altro. 
Mi chiedevo cosa fosse accaduto durante il  passaggio da Pericle, ma anche di Panagoulis,  a  Mileikowsky. 
Non riuscivo a spiegarmi la vicinanza ad un'abiezione anti-umana quale l'imperialismo anglosassone da parte di un paese da sempre sensibile  alla causa palestinese, per contiguità territoriale,  per le probabili comuni  origini cretesi - come quelle dell'intero bacino mediterraneo - e perché erede di una grande tradizione antica,  umanistica e filosofica.
Immaginavo lo spirito degli eroi delle Termopili che aleggiava su Gaza. 
Vedevo le prefiche con le chiome sciolte in segno di lutto battersi il petto e la fronte dinanzi ai bambini uccisi. Spento il focolare, l'occhio puntato verso la prothesis dei corpicini sventrati, pallide, digiunavano. E impastavano la focaccia di miele di Rodi da porre sulle labbra esangui degli eroi, ed il loro lamento funebre non aveva più fine.
Nell'estate 2024, i primi segni di risveglio. Un numero impressionante di murales e scritte a favore della resistenza palestinese,  frasi di disprezzo verso i colonialisti ed i loro servitori, Air b&b innanzitutto,  furono da me raccolte nella piccola isola che da sempre accoglie il mio bisogno di fuga dal pazzo mondo,  e scambiate con amici e parenti in visita all'arcipelago. 
Con felicità ed orgoglio, ritrovavo la Grecia che amo. Lo spirito combattivo ma giusto che da sempre anima quella terra benedetta.
 
Ciò che accade oggi supera invece  ogni mia più rosea aspettativa. Le manifestazioni sono divenute imponenti, così come il senso di fastidio ed insofferenza nei confronti di  turisti provenienti dalla colonia maledetta.
Talmente imponenti da richiedere per un certo tempo  l'evacuazione della sede diplomatica israeliana ad Atene e causare interrogazioni parlamentari sempre più pressanti in merito non soltanto all'acquisto  di terre e proprietà, avvertito come una minaccia nazionale. - la Palestina insegna e ciò  che è accaduto in quella terra fa accapponare la pelle a molti -  ma anche agli assalti ai luoghi di culto cristiano-ortodossi da parte dei coloni. 
Dell' altra costola della schizofrenia colonica, quella  animata da querulomani pretese messianico-bibliche, ne ho parlato spesso e sarà ancora oggetto dei miei prossimi articoli, soprattutto adesso che le residue maschere dietro cui il sionismo  occultava il progetto folle della grande Israele - un palloncino che più  si gonfia prima è destinato a scoppiare - sono calate.
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