 |
David Petraeus: per la Cina la guerra in Ucraina è un laboratorio
di Alessandro Visalli
L'ex generale David Petraeus, ex comandante in Iraq e Afghanistan e ex Direttore della CIA, in un articolo per The National Interest, rende abbastanza chiaro perché l'amministrazione americana stia cercando di far finire la guerra in Ucraina.
La dimensione strategica generale dello scontro è il ruolo di "laboratorio" per la Cina. Come mostra l'autorevole osservatore la Cina è il principale "facilitatore economico e industriale" della Russia, ma anche il fornitore di sistemi militari dei quali valuta in questo modo l'efficacia in una guerra ad alta intensità contro tattiche e materiali Nato. In tal modo può acquisire, senza perdere un uomo o un mezzo (anzi, vendendoli), cruciali informazioni e, in tal modo, con le sue parole "perfezionare i concetti che utilizzerà per guidare lo sviluppo delle proprie armi, l'addestramento militare e le strutture organizzative".
A parere dello scrittore ormai Pechino "funge da spina dorsale logistica del complesso militare-industriale russo". Microelettronica, macchine utensili e esplosivi per i proiettili, Con il supporto cinese i russi si apprestano a produrre entro l'anno in corso l'incredibile cifra di due milioni di droni di attacco avanzati a FPV (controllo immersivo in prima persona). Il punto è che queste forniture messe alla prova delle capacità avanzate di difesa, fisica ed elettronica, fornite dall'occidente all'Ucraina, consentiranno di produrre nuove generazioni di armi.
Petraeus aggiunge che tutte le informazioni convergono in un sistema centralizzato di gestione che è in grado di "rispondere molto più rapidamente della burocrazia degli appalti dell'era industriale degli Stati Uniti". Inoltre la Cina sta studiando la strategia resiliente russa alle sanzioni occidentali come caso per aumentare la propria in caso di crisi prolungata.
Dunque, "la vera sfida per Washington è più profonda del flusso di armamenti cinesi al fronte. La vera competizione è quella dei cicli di apprendimento. Mentre l'America spende le sue risorse e esaurisce le sue scorte per contrastare un avversario secondario, il suo concorrente principale acquisisce per procura un'esperienza di combattimento inestimabile."
E tutto questo in un contesto che il generale americano illustra in modo impietoso. Mentre "Il sistema statale di Pechino è progettato per assorbire e implementare rapidamente queste lezioni in tutto il suo complesso militare-industriale", quello statunitense, basato sugli appalti, rischia di rimanere indietro (un modo gentile di dire "basato sulla corruzione", come noto).
In definitiva, ancora con le sue parole, " Se non si comprende appieno la posta in gioco di questa competizione di apprendimento, quando arriverà la prossima crisi, l'America potrebbe trovarsi di fronte a un avversario che ha già combattuto una guerra contro le sue armi e le sue strategie, e ha imparato come vincere."
Per questo il 15 Trump cercherà di chiudere il "laboratorio". Bisogna vedere se conviene alla Russia (alla Cina mi sa di no).
 
Dossier
diritti
|
|