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14 agosto 2025
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100 ONG: Israele boicotta aiuti umanitari e applica ritorsioni
di Rosa Rinaldi

Mentre il novello Messia Netanyahu illustra alla stampa i piani per l'edificazione della sua Grande Israele, da costruire previa deportazione, pulizia etnica e annessione territoriale (a proposito: com'era la storia che se Hamas rilasciava gli ostaggi la guerra finiva subito?), in Cisgiordania i coloni continuano a predare e ammazzare, mentre il Capo della polizia (che dovrebbe far rispettare la legge) si fa la foto con Ben-Gvir e con Elisha Yered (estremista di destra, già in passato accusato di omicidio).

È incredibile come oggi si parli con tranquillità di deportare i Palestinesi, mentre gli unici che dovrebbero esserne sfollati sono i coloni della Cisgiordania e i militari di Gaza.

Intanto a Gaza si continua a morire di bombe e di fame, in un territorio che secondo le organizzazioni umanitarie è più il pericoloso in assoluto per i giornalisti e operatori umanitari. Solo ieri oltre 100 morti. Ormai non fa neanche più notizia.

E mentre i nostri giornalisti ci fanno credere che l'ONU faccia marcire al sole i carichi umanitari, più di CENTO organizzazioni umanitarie denunciano, con un comunicato ufficiale, il boicottaggio da parte di Israele e l'ostatività nei loro riguardi.

"Mentre la carestia si aggrava", si legge nel comunicato, "la maggior parte delle principali ONG internazionali non è stata in grado di consegnare un solo camion di aiuti salvavita dal 2 marzo".

Le richieste di portare aiuto da parte di queste organizzazioni vengono respinte con le motivazioni più pretestuose, costruite su nuove regole. Per esempio, che la ONG in questione avrebbe "delegittimato lo Stato di Israele".

Come dire: se provi a sollevare mezza critica nei miei riguardi perché affamo i Palestinesi, mi hai fornito il pretesto per continuare a permettermi di affamarli".

È qualcosa di così crudele e nuovo al tempo stesso, che non esiste un precedente storico né un termine per definirlo.

Un'altra regola è quella che le ONG debbano fornire a Israele tutti i dati sensibili dei loro membri, violando di fatto sia il diritto internazionale che le normative sulla privacy ed esponendo queste persone al rischio concreto di minacce e ritorsioni.

Nel comunicato Infatti si legge "I territori palestinesi occupati rappresentano il contesto più letale per gli operatori umanitari in tutto il mondo: il 98% delle vittime tra gli operatori umanitari è costituito da personale palestinese: 509 su 517 omicidi avvenuti tra il 2023 e il 2025, secondo l'Aid Worker Security Database".

Solo a luglio, oltre 60 richieste di varie ONG sono state respinte, lasciando milioni di dollari in cibo, medicine, acqua e beni di prima necessità bloccati nei magazzini in Giordania ed Egitto.

Le ONG Inoltre scrivono che il processo è stato concepito per controllare le organizzazioni indipendenti, mettere a tacere le attività di advocacy e censurare i resoconti umanitari: ..."questo nuovo ostruzionismo burocratico è incoerente con il diritto internazionale consolidato, in quanto consolida il controllo e l'annessione da parte di Israele dei territori palestinesi occupati".

Il comunicato si conclude con l'invito a tutti gli Stati e i donatori a "fare pressione su Israele affinché ponga fine all'uso improprio degli aiuti, anche attraverso l'ostruzione burocratica e a chiedere l'apertura immediata e incondizionata di tutti i valichi di frontiera e le condizioni per la consegna di aiuti umanitari salvavita".

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