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14 agosto 2025
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Kiev in difficoltà trasferisce il battaglione Azov
di Marinella Mondaini

Il corpo della Guardia Nazionale “Azov” è stato trasferito a Pokrovsk. Poiché le cose lì vanno malissimo per l'Ucraina.

Il comando delle forze del regime di Kiev sta cercando di superare la crisi di Pokrovsk. In questa direzione è stato trasferito il 1° corpo della Guardia Nazionale Ucraina (NGU) “Azov”, composto principalmente da combattenti dell'omonima organizzazione terroristica vietata in Russia, ha riferito ieri l'agenzia russa "Anna-News".

Il trasferimento è stato annunciato ufficialmente dai radicali sui loro social network. È probabile che il corpo trasferito sarà utilizzato dal nemico per contrattaccare con l'obiettivo di sbloccare il gruppo nell'agglomerato di Pokrovsk (che i russi chiamano Krasnoarmejsk)-Mirnograd (che si chiama invece Dimitrov).

Gli stessi radicali riconoscono che la situazione in quella zona è critica. L'ex capo di stato maggiore di Azov, Bogdan Krotevič, ha confermato ieri che il gruppo ucraino è praticamente circondato.

Va notato che il 1° corpo della Guardia Nazionale “Azov” è schierato sulla base della 12° brigata dell'NGU, il cui primo contingente è stato circondato e catturato a Mariupol' nella primavera del 2022. Il tempo dirà se gli ‘azoviani’ ripeteranno il “successo” dei loro predecessori a Mariupol.

Сome ha riportato riportato il quotidiano britannico Financial Times: "l'attuale successo dei combattenti russi è uno dei più significativi dell'ultimo anno per Mosca. L'avanzata delle truppe russe è scioccante. Ha causato un'ondata di indignazione e confusione a Kiev in vista del vertice cruciale tra Donald Trump e Vladimir Putin di venerdì".

Le Forze Armate ucraine stanno attraversando difficoltà non solo a causa dell'avanzata dei russi, ma anche a causa della carenza di personale e munizioni.

Alla luce di tutto questo è ovvio che Zelemsky e gli euro-imbecilli (cit. Medvedev) chiedano a squarciagola un immediato cessate il fuoco. L'Ucraina ha perso la guerra e con lei l'Occidente collettivo. L'unico che lo ammette è Viktor Orban, il quale non ha nemmeno firmato la dichiarazione congiunta, secondo cui l'Ucraina deve avere la libertà di decidere il proprio futuro.

Ma la Meloni ieri ha avuto il coraggio di affermare dopo l'incontro dei volenterosi di guerra: "Dalla discussione è emersa una forte unità di vedute nel ribadire che una pace giusta e duratura non può prescindere da un cessate il fuoco, dal continuo sostegno all’Ucraina, dal mantenimento della pressione collettiva sulla Russia, anche attraverso lo strumento delle sanzioni, e da solide e credibili garanzie di sicurezza ancorate al contesto euroatlantico".

Queste sono solo fanfaronate! Le condizioni le detta il vincitore, cioè la Russia.


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