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Usigrai: su giornalisti uccisi a Gaza urge indagine indipendente
di Viola Fiore
La strage di operatori dell'informazione a Gaza avviene senza che la stampa internazionale possa mettere piede nella Striscia, per volontà del governo israeliano. LO ha sottolineato Usigrai, che rileva come nessuna presunta motivazione possa essere accettata per giustificare l’uccisione dei cinque colleghi di Al Jazeera e di un giornalista freelance.
Inaccettabili, per Usigrai (che tuttavia dovrebbe guardare in RAI), anche le ricostruzioni social su presunte appartenenze ad Hamas di Anas Al Sharif, tutte da verificare. Commette un errore chi oggi le assume a verità senza una puntuale analisi delle fonti e delle informazioni.
Per questo Usigrai si associa alla richiesta della #FNSI affinché la Corte Penale Internazionale apra un’indagine su questa uccisione mirata dei giornalisti.
Intanto la Federazione Internazionale dei Giornalisti si unisce al suo affiliato Sindacato dei Giornalisti Palestinesi, nel condannare con la massima fermezza possibile gli attacchi deliberati ai giornalisti ed esorta gli Stati membri delle Nazioni Unite ad adottare una convenzione internazionale vincolante per la sicurezza dei giornalisti.
L'IFJ ha recentemente condannato la campagna diffamatoria di Israele contro i giornalisti di Gaza, una campagna che includeva accuse non provate di complicità nel terrorismo, e ha avvertito che ciò mette a rischio le loro vite.
La Federazione ricorda la necessità critica di una convenzione internazionale vincolante sulla sicurezza e l'indipendenza dei giornalisti e degli altri professionisti dei media, e sollecita i governi nazionali ad adottarla.
"Gli Stati membri delle Nazioni Unite devono sostenere una convenzione vincolante a livello ONU. Questa convenzione dovrebbe proteggere i giornalisti e garantire la responsabilità degli autori di crimini contro i giornalisti", ha detto il segretario Bellanger.
L'IFJ sta raccogliendo prove sugli attacchi ai giornalisti palestinesi da parte delle forze israeliane dall'ottobre 2023, al fine di presentare un reclamo alla Corte Penale Internazionale (CPI). L'IFJ e il PJS sono stati tra le prime organizzazioni a presentare denunce alla CPI, a maggio e settembre 2022, per chiedere responsabilità e giustizia per i crimini legati all'uccisione di giornalisti palestinesi.
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