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Fallita la strategia USA di inizio millennio
di
Gabriele Germani
La strategia USA di inizio millennio è fallita.
I primi anni 2000 furono occupati dalla presidenza Bush, un devoto ragazzotto texano un po' insicuro e predisposto a spianare chiunque fosse diverso.
Gli USA pensavano di aver chiuso la storia: i rivali strategici non sarebbero stati più Stati (la globalizzazione avrebbe cancellato i confini) ma reti. La Cina si sarebbe adeguata, il Venezuela era un incidente, Cuba era moribonda; il problema erano quegli invasati sparsi dal Corno d'Africa all'Asia Centrale.
Casualmente (!) la regione era ricca di petrolio.
Certo, gli USA avevano un trauma dopo il Vietnam: inviare soldati a farsi ammazzare nel deserto, non era la cosa più logica del mondo.
Quindi via al circo con l'antrace sventolato.
A seguire:
- L'Iraq è caduto nel caos, si è affermata la comunità sciita (collegata all'Iran);
- La Cina, entrata nel WTO, ha continuato a crescere;
- Nell'agosto del 2021 gli USA si sono ritirati dall'Afghanistan, sconfitti dai Talebani.
Il pantano asiatico aveva rivelato il declino:
- I ribelli afghani e iracheni erano isolati, mentre i vietcong potevano contare su URSS e Cina. Gli USA non avevano perso con un esercito di liberazione, ma con un'orda di pastori non addestrati.
- Il potenziale tecnologico e la professionalizzazione dell'esercito era incomparabile alla guerra in Indocina.
La sconfitta dimostrava che se il rivale era lontano e modulare, in una guerra di logoramento, avrebbe vinto.
A seguire:
- La dinamica Nord-Sud ha continuato a rafforzare il secondo.
- Si è passati dal secolo statunitense alla gestione del declino; con Trump nei panni di Diocleziano, pronto a schiacciare tanto la società, quanto gli alleati.
La guerra si è spostata dagli eserciti ai dazi, al fentanyl, al condizionamento della reciproca opinione pubblica.
 
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