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Liliana Segre come giustifica questo?
di Franca Zanaglio
Peccato che i Belli Paci e le Segre non si diano la pena di ascoltare certi esemplari dell'Israele santo e democratico.
Israele è una mostruosità abitata da mostri, con qualche eccezione di gente ancora umana, troppo poca in verità.
Uno dei tanti obbrobri predicati dai benpensanti e malfacenti in Italia è l'accusa alla "destra israeliana", a Netanyahu al quale di recente aggiungono Ben Gvir e Smotrich (un passetto alla volta, piano piano si scuotono dal torpore di quasi due anni e di tutti i decenni passati) nella classifica dei cattivoni cui addebitare il genocidio a Gaza.
E' una disonestà intellettuale obiettivamente imperdonabile, è ancora una volta il tentativo di salvare la faccia a qualcosa che in sè è sbagliato, è malato, è produttore di guerre e di stragi, costituzionalmente determinato a sopraffare.
La destra israeliana rappresenta gli israeliani, non basta adottare come eroe della sedicente sinistra italiana un intellettuale come David Grossman (trascurando naturalmente Gideon Levy e lo storico Ilan Pappè perché troppo brutalmente e ferocemente critici ed accusatori dell'intera loro società), come vessillo di una "bontà" davvero inconsistente in Israele rispetto alla malvagità.
L'idea del sionista buono è quanto di più pericoloso serpeggi tra i nostri intellettuali, giornalisti, politici dell'area "progressista".
Il sionismo non è per natura buono. E dunque buoni non sono neppure i sionisti nostri connazionali, quelli che da Milano e Roma tifano per la soluzione finale in Palestina, usando come scudo ad ogni critica e dissenso il loro diritto per nascita al copyright della parola genocidio, il loro status di vittima per sempre da tramandare a figli e nipoti come un titolo nobiliare.
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