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Nagasaki e Hiroshima: le polemiche
di
Franca Rissi
Dopo le polemiche dell'anno scorso sorte per non aver esteso un invito a Israele, quest'anno Nagasaki ha esteso gli inviti a partecipare alla celebrazione del 9 agosto per l'80° anniversario del bombardamento atomico statunitense a tutti i paesi e le regioni con missioni diplomatiche in Giappone o uffici di rappresentanza presso le Nazioni Unite.
Ha anche accettato la richiesta di Taiwan, segnando la prima volta che rappresentanti dell'isola prendono ufficialmente parte alla cerimonia.
Poiché Taipei non intrattiene relazioni diplomatiche con il Giappone né è rappresentata alle Nazioni Unite, a maggio Taiwan aveva espresso disappunto per l'esclusione dalla cerimonia del 9 agosto, spingendo la città a valutare come accogliere la richiesta di Taiwan.
Taiwan è stata inoltre aggiunta all'elenco di notifica per la cerimonia dell'anniversario del bombardamento atomico statunitense di Hiroshima, che quest'anno viene utilizzato al posto degli inviti, dopo che la città ha espresso il desiderio di parteciparvi.
Va ricordato che i cinesi durante la seconda guerra mondiale subirono dalle truppe giapponesi trattamenti disumani e esperimenti "medici" comparabili con quanto fatto dai nazisti nei campi di concentramento in Europa. Pertanto, anche se il Giappone fu vittima dell'atomica, per la Cina viene associato a brutti ricordi.
Inoltre attualmente il Giappone è alleato militarmente con gli Stati Uniti che in varie occasioni hanno ipotizzato di muovere guerra alla Repubblica della Cina, il che non favorisce i rapporti diplomatici. La partecipazione di Taiwan alla cerimonia giapponese rischia di creare ulteriori tensioni.
Gli Stati Uniti sganciarono la prima bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto 1945, uccidendo 140.000 persone. Una seconda bomba colpì Nagasaki il 9 agosto, uccidendone altre 70.000.
Il Giappone si arrese pochi giorni dopo, ponendo fine alla Seconda Guerra Mondiale.
Quest'anno è sorta invece un'altra polemica, riguardante l'omissione del nome della nazione autrice del sanguinoso bombardamento, cioè gli Stati Uniti, sia da parte di Antonio Guterres, segretario generale dell'ONU, sia da parte degli stessi rappresentanti giapponesi in occasione delle celebrazioni per Hiroshima.
Lo ha rilevato in particolare la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando "Cosa significa non nominare gli Stati Uniti d'America? Significa creare una zona di comfort per loro dove mantenerli in modo che non debbano chiedersi: ti penti? Lo rifaresti? Non lo rifaresti mai più?".
A suo giudizio, gli Stati Uniti non si sono pentiti dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, anzi, "stanno diventando sempre più convinti di aver fatto tutto nel modo giusto".
 
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