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Niente capitalismo senza colonialismo
di Gabriele Germani
Nei libri di storia ci dicono che il capitalismo nasce grazie all'ingegno di qualche industriale inglese e ad alcuni fattori strutturali del Regno Unito.
Manca la consapevolezza di quanto fu determinante la distruzione della concorrenza indiana, l'accesso a materie prime economiche e a un mercato enorme.
Insomma, niente capitalismo senza colonialismo.
Questo passaggio è determinante per capire la nostra posizione attuale.
L'Italia è nel gotha del capitalismo internazionale, siamo nella parte di mondo privilegiata: G7, OCSE, UE, NATO.
Nell'ordine internazionale centro-periferia, l'Italia è stato un paese colonizzatore e del centro.
Ora con l'ascesa del multipolarismo le cose stanno cambiando, la coperta si fa corta e la nostra alleanza con gli USA sembra sottomissione.
Le nostre classi dirigenti devono danneggiare la nostra economia per mantenere quella nordamericana.
L'Italia è uno stato tributario: dobbiamo mantenere le sanzioni ai rivali degli USA anche danneggiando la nostra impresa, dobbiamo comprare idrocarburi dagli USA con costi economici e ambientali, dobbiamo comprare armi dagli USA per donarle ad altri vassalli che fanno la guerra ai loro rivali.
Il cambiamento in atto costringe la classe dirigente europea a depredare la propria popolazione per accontentare la classe dirigente statunitense.
In questo, alcuni sono più bravi di altri. L'Italia ha perso una guerra ed è paese occupato, quindi ha meno libertà della Spagna (che non comprerà neanche gli F35, menomale che Sanchez faceva solo chiacchiere).
Avere consapevolezza che sta cambiando la fase e che da centro del sistema-mondo stiamo diventando periferia è determinante.
J.W.C. uno dei fautori della fusione dei gruppi peronisti e comunisti, in Argentina negli anni '60, scrisse:
"La nostra lotta deve partire dall’auto-consapevolezza di vivere in un paese semi-coloniale, che è a sua volta membro di un continente semi-coloniale (..) Il nazionalismo è possibile solo se inteso come una politica conseguente all’anti-imperialismo".
 
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