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08 agosto 2025
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Bild solleva dubbi su fotografo palestinese. La risposta
trad. di Antonella Salamone

Dichiarazione del giornalista Anas Zayed Fteha

"Nel disperato tentativo di distorcere la verità, il quotidiano tedesco Bild ha pubblicato false accuse contro di me, un fotoreporter palestinese di Gaza, sostenendo che sto "inventando scene di sofferenza palestinese" a fini propagandistici.

1. Non creo la sofferenza, la documento.

L'assedio, la fame, i bombardamenti e la distruzione che la popolazione di Gaza sta vivendo non richiedono invenzioni o drammatizzazioni, ma piuttosto una coscienza viva che osa trasmettere la verità al mondo. Le mie foto riflettono la dura realtà vissuta da oltre due milioni di persone, la maggior parte delle quali sono donne e bambini.

2. Le accuse di Bild sono un'estensione del suo noto approccio a pregiudizi e disinformazione.

Questo quotidiano è il mezzo di informazione più condannato dal Consiglio della Stampa Tedesco per le sue ripetute violazioni dell'etica professionale, tra cui falso sensazionalismo, disinformazione, istigazione e violazione della dignità umana.

3. L'immagine che hanno pubblicato per screditare la mia immagine è del tutto reale.

È stata scattata durante le riprese di un documentario sulla carestia a Gaza, mentre i bambini si affannavano per procurarsi cibo o acqua. Tutto ciò che vedevo era reale, non era stato messo in scena o diretto. Stavo svolgendo il mio lavoro giornalistico con integrità e onore, e non ho diretto alcuna scena né ho chiesto nulla a nessuno.

4. L'accusa secondo cui il mio lavoro serva alla "propaganda di Hamas" è un'incriminazione del giornalismo stesso.

Questa accusa assurda non offende solo me, ma anche ogni giornalista libero del mondo che si rifiuta di tacere su crimini e violazioni e crede nel diritto delle persone a far sentire la propria voce.

5. Il mio messaggio alle organizzazioni mediatiche internazionali:

È facile scrivere i propri reportage basandosi sulle proprie ideologie, ma è difficile oscurare la verità trasmessa dall'obiettivo di un fotografo che ha vissuto la sofferenza della gente, ha ascoltato il pianto dei bambini, ha fotografato le macerie e ha sentito il dolore delle madri.

6. Il mio messaggio al pubblico:

Non lasciatevi ingannare dai media di parte. Osservate attentamente le immagini, i dettagli, il sangue versato, i bambini che muoiono di fame. La fame non è una finzione, né la paura è una finzione.

Lavoro come fotoreporter per l'agenzia turca Anadolu. Non sono affiliato ad altre organizzazioni e non lavoro per nessuno se non per la verità. Se volete saperne di più su di me, cercate il mio nome su Google: Anas Zayed Fteha.

La verità è là fuori, basta aprire gli occhi.

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