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Ex premier Bennett: in USA Israele stato lebbroso
di Leandro Leggeri
In un lungo e preoccupato post pubblicato su X (ex Twitter), l'ex primo ministro israeliano Naftali Bennett ha ammesso che Israele è oggi percepito come uno “stato lebbroso” negli Stati Uniti, isolato e privo di sostegno bipartisan.
Il motivo? Non la devastazione umanitaria a Gaza – che ha causato oltre 60.000 morti palestinesi e una crisi di fame senza precedenti – ma, a detta sua, il fallimento del “propaganda system” israeliano.
Dopo un viaggio di dieci giorni tra Washington e New York, Bennett ha dichiarato di non aver mai assistito a un’ondata così diffusa di antisemitismo – un’accusa che, come spesso accade tra i dirigenti sionisti, viene usata per screditare anche le critiche legittime a Israele – e ha puntato il dito contro il governo Netanyahu, reo di aver perso il controllo della narrazione internazionale, senza offrire risposte né copertura mediatica efficace a chi tenta ancora di giustificarne l’operato.
A confermare la sua amara analisi sono i dati Gallup: solo il 32% degli statunitensi sostiene ancora la guerra israeliana contro Gaza, mentre il 60% la disapprova. Persino i sostenitori trumpiani del movimento MAGA si stanno smarcando da Tel Aviv, rendendo sempre più isolata e indifendibile la posizione israeliana anche tra gli alleati storici.
Bennett punta il dito contro Netanyahu, i suoi ministri “barbari” e uno staff più preoccupato di colpire gli oppositori interni che di difendere il paese all’estero.
Ignora però – volutamente – che il disastroso crollo d’immagine di Israele non è un problema di comunicazione, ma il risultato diretto di una politica di guerra spietata e disumanizzante nei confronti del popolo palestinese.
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