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05 agosto 2025
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Israele ogni giorno uccide 28 bambini, ne ferisce 50 e ne rende orfani 40
di Alessandro Ferretti

Secondo i calcoli dell'ONU, ogni giorno che passa Israele ne uccide in media 28 bambine e bambini. Per tanti è acqua fresca, sono solo numeri, e poi tanto è colpa di Hamas, no?

Ecco, se conoscete qualcuno di quelli che se ne fregano serenamente e dormono tra quattro guanciali, proponetegli un piccolo esperimento mentale.

Ogni giorno tirate a sorte un numero tra zero e diciassette. A me oggi è uscito nove: benissimo, immaginate una classe di bambini di nove anni, una quarta elementare di una scuola della vostra città, con ventotto bimbe e bimbi, che arrivano al mattino in classe e cominciano a seguire le lezioni.

Ora immaginate che quando scatta la terza ora arrivi un soldato israeliano, entri in classe e cominci a fare l'appello. Il soldato chiama la prima bambina, lei dice presente, il soldato la invita ad andare alla cattedra e quando lei gli arriva davanti mette un colpo in canna e le spara un colpo di pistola in fronte. Poi chiama il secondo bambino: anche lui va alla cattedra, e anche a lui il soldato spappola il cervello con una pallottola in testa. Così procede per altre ventisei volte: altre ventisei pallottole, altri ventisei cervelli sparsi sulle pareti e sul pavimento dell'aula, altri ventisei corpicini pieni di vita, gioia e speranze trasformati in un istante in carne morta, destinata alla decomposizione.

Ma non basta, perché Israele non uccide soltanto, ferisce anche. Secondo i calcoli dell'UNICEF, dal 7 ottobre a oggi Israele ha ferito cinquanta bambini al giorno. Quindi, ora immaginate che il soldato israeliano (o la soldatessa: lo sapete che Israele è così democratica che concede anche alle donne il privilegio di uccidere bambini?), dopo aver sterminato la classe del giorno, vada in quella a fianco, faccia l'appello e ogni volta che il bambino arriva gli spara, ma stavolta non in testa: una volta sulla spalla, una volta sul ginocchio, una volta nel petto, o nell'inguine, o su una coscia, o negli occhi in modo da accecarla.

Finito di ferire i ventotto bimbi della seconda classe, che abbandona urlanti senza cure mediche, va in una terza ma qua si limita a ferirne sedici. Quindi ne chiama altri sei, li fa adagiare sulla cattedra e taglia loro uno o più arti a colpi d'ascia, come se dovesse porzionare un capretto. A uno stacca il braccio, a un'altra una gamba, a un altro due gambe e un braccio, a seconda dell'impulso del momento.

Ma il soldato non ha ancora finito, perché ogni giorno Israele uccide adulti che sono anche genitori. Quaranta orfani al giorno, secondo le stime. Quindi, il soldato adesso fa entrare nella scuola una sessantina di genitori di bambini che la frequentano e fa di nuovo l'appello, chiamando altri quaranta bambini. Una volta che il bambino arriva alla cattedra, il soldato gli mostra la sua mamma, o il suo babbo, o a volte entrambi i genitori, li fa inginocchiare e li ammazza davanti agli occhi dei figli.

A volte li uccide a colpi di pistola, a volte invece gli tira addosso una bomba a mano che li dilania facendoli morire dissanguati, altre volte li mette in una casa che fa esplodere seppellendo i genitori sotto le macerie e lasciandoli lì ad agonizzare e morire, sempre davanti agli occhi dei figli che stanno a guardare la mamma o il babbo che muore, spesso entrambi. Un altro centinaio di bambini è più fortunato perché il soldato invece di ammazzargli i genitori glieli ferisce soltanto. Un ginocchio di qua, un polmone di qua, un rene di là e così via.

Terminato il suo compito il soldato israeliano fa il saluto militare e si avvia verso l'uscita. Nei corridoi ammazza o mutila ancora tre o quattro maestri e un paio di bidelli e infine esce a testa alta, fiero e consapevole di aver esercitato il suo diritto di difendersi. Sa che molti suoi compatrioti sono fieri del suo lavoro, lo chiamano eroe e magari gli daranno pure una medaglia.

Il giorno dopo, altro numero. È uscito il sedici? Bene, oggi il soldato andrà al liceo della vostra città e si dedicherà a massacrare con le stesse modalità una classe di ragazze e ragazzi di seconda superiore e a ferire, mutilare e rendere orfani altre quattro classi. È uscito quattro? Andrà alla scuola materna. È uscito zero? Andrà direttamente al reparto maternità dell'ospedale, che è più complicato perché i neonati si agitano ed è più difficile prendere la mira, ma è più semplice perché lì troverà anche la quota giornaliera di donne incinte da massacrare, senza doversi sbattere a spostarsi.

Però, mi raccomando, diciamolo chiaro: non è affatto un genocidio, è una sciocchezza solo pensarlo. Sono solo crimini di guerra, come ce ne sono tanti, e comunque è colpa di Hamas. Non vorrete mica chiedere che il civilissimo Occidente sanzioni l'unica democrazia del Medio Oriente solo perché esercita il suo sacrosanto diritto di difesa?

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