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02 agosto 2025
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I soldati di Sion
di Roberto Prinzi

Se vuoi fare una guerra, oltre alla fanteria, il tuo esercito necessita anche di reparti più nobili, attrezzati e valorosi che si muovono dietro ai poveri fanti immolati per la Nazione. Io considero il sionismo esattamente come un grande esercito di milioni di rappresentanti sparsi nel mondo e spesso nelle sale dei bottoni dei nostri Paesi: c'è una manovalanza di basso livello e rivoltante (persino i nostri "sinceri democratici" si ricordano a scoppio ritardato di tanto in tanto di detestarli), ma anche una fascia ampia di "democratici", "intellettuali", "uomini o donne di pace".

Per intenderci: i fanti sono i coloni della Cisgiordania, sono quelli che gridano "Mavet laaravim" ("Morte agli arabi" in ebraico), "Gaza è in cimitero" in giro per il mondo (recentemente tifosi dei Beitar in Grecia, "turisti" sul traghetto sempre in Grecia). Sono gruppi che spesso si intersecano tra di loro e che non sono altro che simili ai tanti sionisti (cittadini israeliani e non solo) che, come veri soldatini di Sion, attaccano, provocano e poi, armati sempre di cellulari accesi, fanno propaganda strumentalizzando l'orrore dell'antisemitismo.

E' il caso della Taverna Santa Chiara a Napoli di alcuni mesi fa. E' la notizia fake - era subito apparsa una storia monca - dell'autogrill di Lainate (Milano) di alcuni giorni fa. Chi, anche tra validi commentatori in rete a sinistra, su quest'ultimo episodio ha avuto un abbaglio è perché non ha compreso di come l'hasbara (propaganda) sionista operi in modo intelligente e capillare. Nulla è casuale, i "turisti" - fateci caso, sempre "turisti" - non hanno infradito e bermuda, ma mimetica.

Nella fanteria dell'esercito sionista mettiamo pure alcuni esponenti politici israeliani, quelli là più immediatamente rivoltanti: per intenderci gli Smotrich, i Ben Gvir, qualche altro membro che dice cose naziste tipo Amichai Eliyahu, titolare dicastero dell'Eredità, che voleva gettare sui gazawi la bomba atomica. Sono tanti i politici israeliani fanti: disgustosi e vomitevoli, ma proprio per il loro essere così chiaramente disgustosi sono la carne da macello del sionismo: con grande onestà esprimono l'essenza di questa ideologia per cui, è bene sottolinearlo, non ci può essere spazio per altri se non ebrei. E se non c'è spazio, vuol dire che il resto va eliminato. Come e quali termini usare è questione di lana caprina.

La fanteria apre i varchi rivali provando a portare acqua al mulino della Causa Promessa. In quest'ottica, sono nobili e valorosi allora i "turisti" all'autogrill nei pressi di Milano: la Patria è sotto attacco per corpi dei nemici ridotti come Aushwitz? Ed eccoli i "giborim" ("eroi" in ebraico) pronti a salvare l'onore perduto del sionismo.

Ma la partita vera non la fanno i fanti. Il sionismo è assai ben più pernicioso di fascismo e nazismo perché ha al suo interno gli "uomini e donne di pace" che fanno sì che Israele sia una "democrazia" in un mare arabo di "arretratezza e barbarie". E' il volto pulito di questa ideologia ancora sottovalutata. Un nazista è ripugnante in sé nel 2025. E' insostenibile per il grande pubblico. Un fascista con le sue pagliacciate è inaccettabile: quale credibilità al grande pubblica ha un Vannacci? Ma come si fa a dire lo stesso di Grossman? E di Segre? Così presentabili, così candidi, così splendidi nonni. Il primo bravissimo scrittore. La seconda poi: totem intoccabile di purezza morale.

Fanti e Nobili sono speculari: sono sullo stesso scacchiere, si danno man forte. Gli israeliani della Taverna Santa Chiara sono legati indissolubilmente a Grossman, a Segre, alla cosiddetta "opposizione" israeliana che ha nel presidente Herzog - l'"amico" criminale di Mattarella - tra le persone più note da noi in Italia.

Fingono di farsi guerra talvolta al mondo esterno (internamente la questione è effettivamente diversa, ma lì è per il controllo e il futuro di Eretz Yisrael). Certo, per Grossman e Segre i coloni non vanno bene. Certo Smotrich e Ben Gvir sostengono - come Netanyahu - di prendersi tutte le terre, occupare tutto e dicono esplicitamente di voler eliminare tutti i palestinesi. Grossman, no, macché. Lui è di pace. E Liliana soffre tanto per il dolore della "guerra". Sono per "i due stati". Loro privilegiati, a parole, parlano della grande fesseria del secolo: il "riconoscimento" della Palestina. Con questa balla dei "due stati" dal processo di Oslo solo in Cisgiordania i coloni sono aumentati di diverse centinaia di migliaia.

E qui è genialità del sionismo che dovremmo studiare e farne propria: finge lontananze, differenze. Fa ammuina. La sostanza è però la stessa, perché la matrice razzista è la medesima. Molti commentatori - anche validissimi qui in rete - hanno investito il loro tempo se Grossman e Segre erano per "genocidio" o meno (il primo l'ha detto, ma che fatica). A me affascina la questione, non credo sia di lana caprina, perché togliere il copyright di Olocausto solo ai sionista sarebbe una vittoria importantissima, ma non è il punto di questa riflessione.

Il punto è che, leggendo e rileggendo le due interviste, rè evidente lo stesso malcelato sprezzo verso i palestinesi, giudicati non all'altezza di "loro", non c'è dolore che non c'è verso le vittime: eppure siamo di fronte ad una carneficina quotidiana. Il dolore è interno per loro al mondo ebraico, è su quel termine. Ci rendiamo conto che barbarie dicono? In Segre è più evidente l'equiparazione tra le sofferenze di occupanti e occupati (non sono i suoi due termini chiaramente). Entrambi - Segre di più - affermano che la carestia è causata non solo da Israele, ma anche da Hamas.

Entrambi negano che ci possa essere un diritto a resistere e che, questo, vada anzi eliminato. Grossman lo dice chiaro e tondo quando afferma che lo stato palestinese dovrà chiaramente essere privo di armi. Già perché le armi le devono avere solo loro, gli israeliani. I palestinesi, che appaiono come i "mezzi diavoli e mezzi bambini" dei colonizzati di Kipling, no. Già basterebbe questa frase per comprendere la mentalità coloniale del "pacifista" Grossman. Quindi nessuno stupore, nessuna indignazione. E' tutto chiaro, logico, consequenziale. Arcieri e generali intervengono dopo i fanti. Perché stupirsi?

Se abbiamo chiaro in mente questo schema d'azione, come collaudato sia questo esercito, allora non possiamo più cadere nel tranello al "prossimo attacco antisemita dei Pro-Pal" (quelli, veri, quelli nazisti, non esistono perché l'estrema destra sono loro amici e va coperta). Capiteranno altre provocazioni. Sono addestrati da decenni di propaganda: nelle scuole, in tv. Sono "banim" (figli). Tutti loro.

Studiare come i soldatini di Sion si muovono - al di là degli intellettuali e ideologi del movimento da libri di testo - deve essere fondamentale per poter migliorare l'azione politica a favore del popolo palestinese. Chi in queste ore dice, a mio giudizio con un po' di superficialità, "perché perdere tempo con Grossman quando a Gaza si muore", sbaglia totalmente: bisogna conoscere bene il proprio nemico, studiare le sue mosse, lottare in modo migliore per sconfiggere questa piaga chiamata sionismo e, in ottica più ampia, lottare per la giustizia sociale non solo per i palestinesi, ma anche per noi stessi. Altrimenti la causa palestinese resta solo una causa umanitaria al grido "Save Gaza" che in sé, anche nel migliore dei propositi, ha in sé i germi di paternalismo da uomo bianco salvifico.

Ma poi i palestinesi non vogliono essere salvati, ma "liberi".

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