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Quell'orologio fermo alle 10:25
di
Santina Sconza *
Noi non dimentichiamo il 2 agosto 1980 la strage fascista e di stato a Bologna.
Una bomba uccise alla stazione 85 persone e ne ferì 200. Polverizzata Angela Fresu, una bambina di due anni.
Finalmente il 22 aprile 2022 viene arrestato e condannato per la strage di Bologna Paolo Bellini, ex Avanguardia Nazionale
Dalla corte di Assise è stato condannato all'ergastolo con un anno di isolamento. Con la sentenza del 1° luglio 2025, la Corte di Cassazione lo ha condannato in via definitiva all'ergastolo, come esecutore materiale della strage.
I giudici della VI sezione della Suprema corte hanno anche ribadito la condanna a 6 anni per l’ex Capitano dei Carabinieri Piergiorgio Segatel per depistaggio, e a quattro anni per Domenico Catracchia, amministratore di alcuni condomini di via Gradoli a Roma, per false informazioni al Pubblico Ministero.
Bellini, 68 anni, per l'accusa è il quinto attentatore, in concorso con i Nar condannati in definitiva, Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini e, in primo grado, Gilberto Cavallini. Bellini è stato imputato dopo che la Procura generale ha avocato l'inchiesta sui mandanti.
La Procura generale ha accusato, da morti, quindi non processabili, il capo della P2 Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi.
Molto ancora si deve fare non sono stati condannati i politici complici o mandanti della strage.
Il fascista Paolo Bellini è anche il personaggio che entra nelle indagini sulle stragi di Cosa nostra del 1993 e sulla trattativa in corso allora tra Stato e mafia.
Diventato confidente dei carabinieri, Bellini sostiene di essere stato mandato dal maresciallo Roberto Tempesta, in servizio al Nucleo tutela patrimonio artistico, a recuperare opere d’arte rubate da Cosa nostra.
Ha l'Ok del generale Mori, allora vicecomandante del Ros dei carabinieri.
Degli investigatori ipotizzano che sia stato Bellini a suggerire a Riina l’idea di attentare al patrimonio artistico.
E nel 1993, le stragi colpiscono l’Accademia dei Georgofili a Firenze, il Padiglione d’arte contemporanea a Milano e due basiliche a Roma.
Durante il processo sulla Trattativa Stato-mafia, Bellini afferma:
“Non ho mai pensato di organizzare un attentato alla Torre di Pisa. Fu Antonino Gioè che, pensando che non si poteva fare una trattativa reale con chi mi mandava da lui a recuperare le opere d’arte, non ritenendoli seri, buttò lì la storia della Torre di Pisa”.
Gioè - uno dei corleonesi che partecipò all’attentato al magistrato Giovanni Falcone - poi morto in carcere, in un suicidio molto strano.
Ancora il fascista killer dell'ndrangheta afferma nel 2014 al processo sulla Trattativa Stato-Mafia:
“Fu Gioè un giorno a dirmi: ‘Che cosa accadrebbe se sparisse la Torre di Pisa?’. Ma quando dissi al maresciallo Tempesta quella frase, che cosa fecero? Nulla di nulla”.
Strage di Bologna, Stragi Falcone e Borsellino, un filo nero lega dal 1980 al 1993 le stragi Stato-Mafia.
Per una volta in Italia i fascisti vengono condannati ma ancora molto si deve fare perché le stragi sempre compiute dai militanti neri sono sempre coperte da pezzi dello Stato e da Giorgio Almirante, fondatore del MSI, da cui è nato FdI.
* Coordinatrice Commissione Mafia e Antimafia dell'Osservatorio
 
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